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domenica 04 giugno 2023
 
 

Le memorie postume del polpo Paul

17/06/2012  Un libro elettronico in tre lingue, su Amazon, racconta la "vera storia del polpo Paul". E alla vigilia della fase a eliminazione diretta di Euro2012 si sente la sua mancanza.

Comunque vada a finire Euro 2012, abbiamo una certezza: nessuno degli epigoni, non la mucca Ivonne, non il maiale ucraino – troppo filogovernativo per riuscire simpatico a qualcuno – sapranno oscurare la fama imperitura del polpo Paul capace di pronosticare con successo otto risultati su otto al Mondiale di calcio 2010. Il gioco della probabilità – parola di statistici – dice che è pressoché impossibile eguagliare i suoi risultati. Il polpo Paul non c'è più, ma è il primo polpo della storia dell'umanità e della polpità, le cui ceneri sono conservate (e rispettate) nell'acquario della Ruhr che l'ha ospitato da vivo. E già questo fa di lui qualcosa di molto, molto speciale.


Ma v'è di più: in questi giorni in pieno Europeo, su Amazon, escono le sue memorie postume, in un e-book illustrato raccolto da Luciano Minerva, a lungo giornalista sportivo alla Rai, oggi free lance impegnato soprattutto nelle interviste a grandi scrittori. La vera storia del polpo Paul, in vendita sulla più grande libreria online al mondo in versione italiana, inglese e spagnola, è uno dei modi per conciliare due passioni: sport e letteratura. La vera storia del polpo Paul, narrata in prima persona dalla voce di Paul, ma frutto di tante ricerche, che spaziano dalla mitologia, alla vita di miniera, alla storia dello sport, è una suggestione divertente e ben scritta, che l'autore racconta così: «Paul è unico, perché ha colpito l'immaginario in un modo che nessun erede potrà eguagliare, non solo perché nessuno saprà pronosticare come lui, ma perché il polpo è un archetipo di molti miti. Pochi sanno per esempio che in natura esiste il polpo ma non la piovra, inventata da Victor Hugo che le ha attribuito caratteristiche di animali diversi facendo quello che è oggi per tutti noi: il simbolo di un potere sinistro e tentacolare, il mostro dei mostri. Paul, con la sua simpatia e i suoi tentacoli, ha rovesciato questo archetipo, l'ha umanizzato, ne ha depotenziato la negatività».

E infatti nella vera storia del polpo Paul scopriamo che Paul non è nato polpo, men che meno piovra, ma bambino, scopriamo che avrebbe voluto una maglia da portiere e che polpo lo è diventato, stregato da una donna, come ogni animale mitologico, nel suo caso più che altro mitico, che si rispetti. A pensarci bene un po' ci manca, l'Europeo al momento è a corto di favole, è chissà quanto deve mancare alla Spagna di Del Bosque che sa giocare benissimo da sola, ma un portafortuna così non lo trova più.

Ma v'è di più: in questi giorni in pieno Europeo, su Amazon, escono le sue memorie postume, in un e-book illustrato raccolto da Luciano Minerva, a lungo giornalista sportivo alla Rai, oggi free lance impegnato soprattutto nelle interviste a grandi scrittori. La vera storia del polpo Paul, in vendita sulla più grande libreria online al mondo in versione italiana, inglese e spagnola, è uno dei modi per conciliare due passioni: sport e letteratura. La vera storia del polpo Paul, narrata in prima persona dalla voce di Paul, ma frutto di tante ricerche, che spaziano dalla mitologia, alla vita di miniera, alla storia dello sport, è una suggestione divertente e ben scritta, che l'autore racconta così: «Paul è unico, perché ha colpito l'immaginario in un modo che nessun erede potrà eguagliare, non solo perché nessuno saprà pronosticare come lui, ma perché il polpo è un archetipo di molti miti. Pochi sanno per esempio che in natura esiste il polpo ma non la piovra, inventata da Victor Hugo che le ha attribuito caratteristiche di animali diversi facendo quello che è oggi per tutti noi: il simbolo di un potere sinistro e tentacolare, il mostro dei mostri. Paul, con la sua simpatia e i suoi tentacoli, ha rovesciato questo archetipo, l'ha umanizzato, ne ha depotenziato la negatività».

E infatti nella vera storia del polpo Paul scopriamo che Paul non è nato polpo, men che meno piovra, ma bambino, scopriamo che avrebbe voluto una maglia da portiere e che polpo lo è diventato, stregato da una donna, come ogni animale mitologico, nel suo caso più che altro mitico, che si rispetti. A pensarci bene un po' ci manca, l'Europeo al momento è a corto di favole, è chissà quanto deve mancare alla Spagna di Del Bosque che sa giocare benissimo da sola, ma un portafortuna così non lo trova più.

 
 
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