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venerdì 25 aprile 2025
 
 

Un Magnificat di luci e colori

12/10/2013  L'opera del giovane maestro Leonardo Schiavo eseguita nel Duomo di Milano: «Voglio mostrare attraverso la musica la gioia della fede»

Le note di un Magnificat «che gioca con timbri e impasti orchestrali luminosi e colorati», come lo descrive il suo autore, il maestro Leonardo Schiavo, sono risuonate nel Duomo di Milano per celebrare i 1700 anni dall’editto di Costantino. Vincitore del premio Armonie per le cattedrali, primo concorso internazionale di composizione di musica sacra organizzato dalla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano insieme con Casa Ricordi e con il Festival Mito, il maestro Schiavo parla della sua idea di richiamarsi a luci e colori per «mostrare attraverso la musica la gioia della fede».

E dice di aver provato grande soddisfazione per la prima esecuzione mondiale della sua partitura il 18 settembre, nell’ambito del Festival Mito dall’orchestra e coro sinfonico Giuseppe Verdi di Milano per celebrare l’Anno della fede e l’editto di Milano con cui l’imperatore nell’anno 313 garantiva la libertà di culto a tutti i cittadini. Una soddisfazione resa ancora più grande dall’esecuzione in apertura di un concerto proseguito sulle note delle variazioni sul corale Von Himmel Hoch di Igor Stravinskij e concluso dai Vesperae solennes de confessore K399 di Wolfgang Amadeus Mozart.

Trent’anni, di Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, Leonardo Schiavo si diploma in composizione a Padova, ma prima ancora in flauto traverso a Vicenza, strumento col quale inizia a studiare musica a dodici anni. Compone quasi subito: «Ho cominciato a scrivere musica - racconta - per esercitarmi, perché finivo i libri di esercizi che il professore mi assegnava per le vacanze estive e non avevo più musica da eseguire, così scrivevo altra musica per poter suonare».

Il talento si presenta assieme alla passione e in terza media inizia a scrivere lirica e partiture, anche se ora ne parla come di esercizi che lo fanno sorridere, «ingenui», dice, eppure si sente tra le sue parole molta indulgenza verso quelle prime prove: «Allora non conoscevo l’armonia, ma ero affascinato dalle partiture dei grandi compositori del passato e dall’idea di scrivere un brano». Fascinazioni ed entusiasmo che lo hanno guidato nella stesura di una nuova messa in musica del canto mariano di lode e di ringraziamento che secondo il Papa emerito Benedetto XVI «resta la più vera e profonda interpretazione della storia».

«Per il Magnificat mi sono ispirato al primo verso del testo Magnifica la mia anima il Signore, in cui Maria si abbandona fiduciosa alla bontà di Dio e alla gioia del credere», continua Schiavo. «La felicità dell’animo di Maria è contagiosa e ho cercato di trasporla nella partitura attraverso l’aspetto colorato delle orchestrazioni. Ho pensato a una musica sacra non puramente meditativa ma che vive di felicità. Anche nel Credo trovo che si esprima questa luminosità e la musica può diventare una via per innalzare l’animo umano e arrivare alla fede percorrendo una via colorata».

Schiavo cita la Madonna del Magnificat di Botticelli, sua fonte d’ispirazione, composizione in cui la figura della Madonna è investita di luce e caratterizzata da colori saturi, così in musica «le folate di colore luminoso portate dal suono, e i timbri usati arricchiscono la narratività dell’opera». Al concorso hanno partecipato 62 giovani compositori da tutto il mondo e nel suo brano, che dura venti minuti e ha visto la pubblicazione da parte di Casa Ricordi, Schiavo ha utilizzato un’orchestra sinfonica, quattro solisti e due cori, uno di voci bianche. Ma Schiavo, che non compone solo musica sacra, ha vinto diversi concorsi e ha all’attivo più pubblicazioni: al momento sta lavorando a un pezzo per piano e orchestra, «probabilmente un concerto».

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