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giovedì 30 marzo 2023
 
 

Juve campione, Torino bianconera

06/05/2012  Per strada, con i tifosi. Cronaca del ritrovato orgoglio bianconero la sera della conquista dello scudetto, il primo dopo Calciopoli, la serie B e diverse stagioni deludenti.

La cronaca partigiana che racconta tifosi redivivi parte dall'angolo tra via Po e piazza Castello, cuore antico di Torino, tra il Teatro Regio e la manica di Palazzo Reale diventata sede della Prefettura. Il bianconero non colorava questo e altri angoli della città da molto tempo. Ma adesso la traversata del deserto è finita. Gianfranco, Marco e sua moglie Rita, Domenico e suo figlio Alessio: centinaia, migliaia, decine di migliaia di tifosi come loro hanno sofferto anni. Calciopoli, la serie B, il dileggio, l'ìincontenibile Inter di Josè Mourinho, il Milan. E la Juve sempre col fiato corto. La girandola di allenatori, due settimi posti consecutivi. Nessun carosello in centro, consegnato ai detestati "cugini" granata capaci di scatti d'orgoglio e di memorabili feste anche quando sono in B.








  

In via Roma e in piazza San Carlo la coreografia è accattivante. Dai Juve, sei tornata. I cori più insistititi sono tutti per Antonio Conte un allenatore capace di trasformare in grinta l'aria che respira, artigiano capo di una squadra operaia. Il grazie più sentito è per Andrea Pirlo. Non lontano dal Caval 'd Brons ci si chiede come abbia fatto gente esperta come Galliani a lasciarlo andare, graditissimo regalo per la Vecchia Signora bisognosa di fantasia e piedi buoni.


Manca la lucidità per qualche mea culpa: ora si osannano quel Vucinic e quel Borriello che sono stati sonoramente fischiati allo Juventus Stadium, un gioiellino per nulla estraneo all'epopea di questo scudetto. E sembra che importi poco se una grossa mano, alla penultima giornata, l'abbia data l'Inter, non proprio in cima alla classifica degli amori bianconeri. Adesso è tempo di gioia. Verranno giorni in cui si discuterà il destino di Alessandro Del Piero, e quello di altri giocatori della rosa. Ragionando, saltando e scrivendo si è arrivati a Porta Nuova. Il popolo juventino è talmente disabituato a festeggiare che c'è un  attimo di smarrimento: si gira a sinistra, lato via Nizza, o a destra, in corso Vittorio Emanuele II, e di svolta in svolta si torna in centro?  L'imbarazzo dura un istante e si scioglie nell'ennesimo urlo ritmato: grazie Juve.














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