In occasione del Giorno della Memoria, Remo Girone torna in scena al teatro Franco Parenti di Milano con Il cacciatore di nazisti (testo e regia Giorgio Gallione), nei panni di Simon Wiesenthal, ebreo sopravvissuto all'Olocausto che ha dedicato 58 anni della sua vita a inseguire i criminali di guerra affinché rispondessero di fronte aun tribunale delle loro colpe. Un monologo di un’ora e venti minuti che incolla lo spettatore alla rievocazione di alcuni degli sterminati orrori della ferocia nazista che fecero 11 milioni di vittime di cui 6 milioni di ebrei. Per quanto si conosca questa pagina indicibile della storia, emergono sempre particolari inediti, che dimostrano come sia fondamentale continuare a tenerne viva la memoria. La scenografia ricostruisce il quartiere operativo della caccia ai nazisti, il Centro di documentazione ebraica da lui fondato, nell’ultimo giorno di attività di Simone Wiesental. Schedari, fotografie, libri: tutto catalogato da quando non esisteva internet, e cercare dove si fossero nascosti i nazisti per sfuggire alla giustizia era un’impresa titanica, il progetto di un folle, forse. Molti preferirono dimenticare, lui no. Sopravvissuto a vari campi di concentramento, tra cui Mauthausen, a due tentativi di suicidio e due condanne a morte, era rimasto nel suo Paese, l’Austria per dedicarsi, come recita il titolo di un suo celebre libro alla “Giustizia non vendetta”. Aveva censito 22.000 criminali che avevano fatto perdere le loro tracce, lui ne individuò “solo” 1.100. Tra cui Karl Silberbauer, il sottoufficiale della Gestapo responsabile dell’arresto di Anna Frank, Franz Stangl, comandante dei campi di Treblinka e Sobibor e Adolf Eichmann, l’uomo che pianificò “la soluzione finale” di Hitler.
Remo Girone è un gigante del palcoscenico, malgrado alcune evidenti difficoltà fisiche, regge con una grande presenza scenica un monologo denso di dati, nomi, racconti, in cui la drammaticità è stemperata a tratti dalla sagace ironia ebraica. Con un monito finale tratto dalla lettera di una bambina, Sara, scritta prima di morire “Non dimenticate mai, mi fido di voi!”, che ci interpella tutti, ora più che mai, visto che i sopravvissuti e testimoni sono quasi tutti morti (uno degli ultimi, proprio oggi, Bruno Segre), perché la tentazione del revisionismo, del negazionismo è sempre dietro l’angolo e gli stessi nazisti ne erano consapevoli. Così dicevano agli internati gli ufficiali delle SS: “il mondo non vi crederà. Se anche qualche prova dovesse rimanere e qualcuno di voi sopravvivere, la gente dirà che i fatti che voi raccontate sono troppo mostruosi per essere creduti”.
Al Teatro Franco Parenti le commemorazioni della Giornata della memoria continuano sabato 27 e domenica 28 gennaio alle ore 16.30 con la lettura scenica Salomon Shylock di Mario Diament, ideazione e cura di Andrée Ruth Shammah con la collaborazione di Raphael Tobia Vogel. Dopo lo spettacolo incontro con Roy Chen, Vivere, nonostante tutto, Ingresso gratuito
28 gennaio 2024 ore 16.00 | Sala Café Rouge
Presentazione libro
Golda Meir
La mia vita. L’unica donna nella stanza (VandA Edizioni)
Presentazione della ripubblicazione dell’autobiografia di Golda Meir con prefazione di Anna Momigliano
Interviene Anna Momigliano
Letture di Marina Senesi
28 gennaio Ore 17.30 | Sala A
Presentazione libro
Il nemico ideale
con Nathania Zevi, Umberto Galimberti e David Parenzo
In occasione della presentazione del libro Il nemico ideale (Rai Libri),
l’autrice Nathania Zevi dialoga con Umberto Galimberti e David Parenzo.
Modera Sergio Scalpelli