«Ce lo dice papa Francesco nella Laudato si’: è “impellente” trovare fonti rinnovabili e non è accettabile che l’accesso all’energia pulita sia impedito ai poveri». È perentorio don Antonio Loffredo, per 21 anni parroco del Rione Sanità a Napoli: «Ecco perché, con le comunità energetiche, Intesa Sanpaolo ci permette di rispondere a questa urgenza facendo sì, ancora una volta, che le pietre scartate diventino “pietre d’angolo”, nodo d’oro degli edifici di domani».
Da anni don Loffredo si batte perché nel cuore del capoluogo campano anche le persone più fragili abbiano un futuro luminoso; dapprima con la cultura e la bellezza, «così sono rinate le Catacombe che oggi dirigo, motore economico del quartiere»; poi con l’energia pulita grazie all’alleanza con il primo gruppo bancario italiano: «Energia che già serve le Catacombe e arriverà anche alla Casa dei cristallini, luogo di accoglienza dei giovani di strada, e agli edifici limitrofi. Dobbiamo iniziare a scrivere parole di cielo in questo spicchio di terra che abbiamo ricevuto in sorte. Se le scriveremo con i raggi di sole, avremo fatto strike!».
Si chiama “Sharing Energy: Comunità energetiche solidali”, ed è una vera opera di ingegneria sociale quella che Intesa Sanpaolo ha sognato a supporto delle Comunità energetiche promosse dal Terzo settore in Italia. Un’esperienza partita dal Sud, a Napoli, nel Rione Sanità, in collaborazione con Fondazione di Comunità San Gennaro, e anche a Messina con la Fondazione di Comunità locale. Esperienze che consentono già, a decine di famiglie in stato di povertà, di accedere a energia pulita coprodotta, messa in rete comune e con divisa. Un nuovo modello di produzione e consumo dell’energia sostenibile per contrastare, oltre al cambiamento climatico, le diseguaglianze, l’iniquità sociale e la povertà energetica. Sempre nella direzione di «un’economia creativa, nei metodi e nel modo di agire», richiamata più volte dal Santo Padre, va anche un’altra iniziativa sociale della banca che, ormai da molti anni, ha scelto di indicare fra i suoi obiettivi strategici il contrasto delle povertà e delle diseguaglianze nel Paese.
Si tratta di “Golden Links, i legami sono oro”, realizzata in collaborazione con alcune grandi aziende clienti del Gruppo e con Caritas italiana, che promuove la distribuzione di beni di prima necessità a famiglie e persone in condizione di povertà, con capi di abbigliamento, intimo, calzature, ma anche libri, vocabolari, prodotti per la sanificazione (a oggi oltre 265 mila beni). A cui si aggiungeranno, grazie alla collaborazione con Assogio - cattoli, anche i giocattoli per i più piccoli tra i beni di prima necessità. Giochi cibo per la mente che, oltre a educare, creano comunità e consentono di esercitare la propria creatività. Donare giocattoli permette ai bambini delle famiglie indigenti di emanciparsi da una povertà culturale spesso ereditata, come avviene per quella alimentare ed economica
Elisa Zambito Marsala, 46 anni
Elisa Zambito Marsala: "La transizione ecologica genera sempre inclusione"
«Dal 2018 al 2021 INTESA SANPAOLO ha dato vita a oltre 26 milioni di interventi a favore delle persone in stato di bisogno. Ci rivolgiamo ai bisogni primari, fornendo pasti, posti letto, indumenti, senza tralasciare le aree della coesione sociale che più ci stanno a cuore, supportando donne, giovani, bambini ai margini, creando operazioni di sistema replicabili e sostenibili, guardando alla transizione ecologica come opportunità per generare inclusione». Elisa Zambito Marsala, responsabile Valorizzazione del sociale di Intesa Sanpaolo, illustra così l’impegno della banca che ha inserito la sostenibilità sociale nei piani industriali e per il quadriennio 2022-2025 ha raddoppiato gli obiettivi di impatto: «Ci siamo dati il traguardo di 50 milioni di interventi per contrastare le diseguaglianze e le povertà nel Paese, al fianco di rilevanti realtà del Terzo settore, con partner e istituzioni pubbliche per sviluppare iniziative a supporto dei territori, delle famiglie e delle persone fragili»