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mercoledì 23 aprile 2025
 
Venezia
 

Fa un'offerta ai poveri, ma "prima gli italiani". E il parroco: "Se la riprenda"

04/03/2019  Nella busta col denaro era indicato "agli italiani in primis" e "gli stranieri per ultimi". Don Gino Cicutto, guida delle comunità parrochiali di Mira, nel Veneziano, risponde nel foglio parrocchiale: "slogan lontano dalla fede". E invita il donatore ad andare a riprendersi l'offerta.

chiesa di San Nicolò di Mira
chiesa di San Nicolò di Mira

Il parroco trova nella cassetta della Caritas una busta con un’offerta per i poveri, ma con la precisa indicazione di destinarla agli italiani e non agli stranieri. Il sacerdote risponde, amareggiato,  attraverso il bollettino parrocchiale: se è così passi pure a riprendersi l’offerta. 

   E’ accaduto nella comunità cristiana “San Nicolò-San Marco”,  di Mira, nel Veneziano. A rivelare il fatto è stato lo stesso parroco della collaborazione pastorale di Mira, don Gino Cicutto, che ha raccontato l’accaduto nel foglio parrocchiale del 3 marzo in un breve articolo intitolato significativamente “La carità vera”.  In esso esprime tutto il rammarico per trovarsi di fronte a un mal compreso senso della solidarietà e del prossimo che chiede aiuto. Scrive infatti: “Quanto era scritto sulla busta mi ha profondamente amareggiato e umiliato. C’era scritto: “Pro anziani, malati, al freddo o alla fame, italiani da sempre, in primis! Gli stranieri per ultimi!”. Queste parole ripropongono slogan che siamo abituati a sentire, ma non hanno niente a che fare con la fede e la vita cristiana che considera i più poveri tra i primi, senza guardare il colore della pelle o la provenienza”.

   E continua don Cicutto, rivolgendosi direttamente al donatore: “La persona che ha scritto queste parole deve interrogarsi seriamente sul suo essere cristiano e se non è d’accordo su quello che è la vera carità, può passare per la canonica a riprendersi la sua “offerta”; eventualmente può consegnarla a chi la pensa come lui, ma non deporla davanti al Signore”.  Un ammonimento e una lezione che richiama direttamente al senso evangelico della carità cristiana che,  come limpidamente indica la parabola del buon samaritano, si prende cura del bisognoso senza chiederne la carta d’identità o il passaporto. "Le parole che ascoltiamo o che leggiamo  - scrive ancora il sacerdote - ogni giorno hanno la forza di incidere sulle coscienze e di rovinare quel patrimonio cristiano che il Vangelo continua a donarci e la Chiesa non si stanca di proporre con gioia e con forza".

   

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