Farsi una canna è un gesto sempre più diffuso tra gli adolescenti, anche giovanissimi: li vediamo per la strada, nei giardini, non si nascondono neanche. E c’è chi in cerca di provocazioni fuma anche nel cortile della scuola, e persino durante un campo scout. I dati del dipartimento antidroga di Palazzo Chigi sono allarmanti: il 33% della popolazione studentesca delle superiori ha fatto uso di cannabis, circa 804.000 ragazzi tra i 15 e i 19 anni ha utilizzato cannabis almeno una volta nella vita, il 16% ovvero 400.000 studenti ne ha fatto uso nell'ultimo mese, 90.000 di questi ne fa un uso quasi quotidiano e 150.000 un uso considerato problematico. Ma la novità è l'entrata sul mercato dell'erba sintetica, con percentuali molto alte, l'11% dei ragazzi, circa 250.000 ragazzi, ha fatto uso di “Spice”, una droga sintetica totalmente chimica che produce danni elevati e che si trova sul web, la chiamano la “droga zombie”. Altra novità le ragazze, prima erano sotto la media per consumo adesso le studentesse delle superiori sono in netto aumento: 28% ha sperimentato sostanze nella vita, 21% quest'anno. Bisogna correre ai ripari e la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha firmato un protocollo con il Miur per la prevenzione dall'uso di alcol e droga. Il sottosegretario del Miur Gabriele Toccafondi ha così commentato: «finalmente si prende posizione su un problema che colpisce i nostri giovani in maniera drammatica e si mettono risorse che spero saranno tutte indirizzate alle scuole, perché è lì che c'è molto da fare, i numeri sono drammatici, il percorso educativo è fondamentale. Di fronte a questi dati è decisivo rafforzare in modo organico e sinergico l'attuazione delle politiche di prevenzione dell'uso di droga e alcol tra i giovani, bene quindi prevedere un fondo ad hoc di 3 milioni che sostenga le scuole in attività, piani, programmi educativi e iniziative per coinvolgere studenti, genitori, docenti. Mi auguro che tale iniziativa incida sul surreale dibattito della politica al quale da quattro anni assistiamo: legalizzare si, legalizzare no, con una proposta di legge firmata da circa 250 parlamentari. In un paese normale il dibattito dovrebbe essere su come educare, spiegare, far ragionare i ragazzi, trovare risorse, far entrare nelle scuole chi può raccontare esperienze vere, perché siamo di fronte ad un dato di fatto: la piazza dello spaccio è la scuola e i consumatori sono ragazzini delle volte bambini».