"Suonano le campane, cantano gli angeli del cielo". Così recita il ritornello del brano Amore mio, scritto da Enrico Petrillo e cantato durante il suo matrimonio con Chiara Corbella. E oggi, 8 anni dopo la sua nascita in cielo, sono proprio gli angeli che hanno accompagnato la voce solista e appassionata di Enrico, seduto su una gradinata della Basilica di San Lorenzo al Varano che ogni anno per l’anniversario di Chiara ospitava giovani e famiglie provenienti da tutta Italia.
In tempo di Covid 19 tutto si ridimenziona e torna all’essenziale. Più che incontri di folle, è il tempo degli incontri col cuore, eppure il suono di mille campane in festa con la famiglia e gli amici di Chiara Corbella Petrillo non è mancato. Un rosario semplice e vero, con poche persone e qualche difficoltà tecnica nella trasmissione attraverso i social, ma la “santa della porta accanto”, come l’ha definita il cardinale vicario Angelo De Donatis durante la cerimonia di inizio della fase diocesana della causa di beatificazione, è sempre più un dono per molti. “Un altro anno è passato e sempre più persone seguono e chiedono aiuto alla nostra Chiara. Tutto questo è per noi motivo di gioia e di conforto”. Lo scrive il papà Roberto sulla sua pagina facebook invitando tutti ad unirsi in preghiera, ognuno come può, per condividere la grazia che il Signore ha preparato nuovamente in questo giorno e che certamente raggiungerà tutti gli amici di Chiara, Serva di Dio, morta per un tumore a 28 anni il 13 giugno 2012, dopo aver salutato uno ad uno parenti e amici, e dicendo a tutti «Ti voglio bene».
Un tumore alla lingua che spesso non lascia scampo, neanche quando non si rimandano le cure, tumore che Chiara ha scoperto durante la sua terza gravidanza portata volutamente a termine rimandando le cure che avrebbero compromesso la vita del bimbo. Ha fatto tutto il possibile per salvarsi, favorendo però la vita del figlio, perché la santità di Chiara è sicuramente una santità carica di scelte, e anche se chi ha avuto il privilegio di conoscere Chiara non si stanca di sottolineare la sua normalità, amante della musica e dei viaggi, piena di solarità, simpatia e di amore. Donna, sposa e madre con la capacità di mettere Gesù al centro di ogni scelta e così quella definizione medica di "incompatibilità con la vita" che Chiara aveva ascoltato attendendo i suoi primi due figli Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, nati ad un anno di distanza, ed entrambi morti mezz’ora dopo la nascita per gravi malformazioni, verrà tradotta con il libro della vita di Chiara in 13 lingue: “Siamo nati e non moriremo mai più”, di Simone Troisi e Cristiana Paccini pubblicato nel 2013, edizioni Porziuncola. Libro che come scrive il marito Enrico firmando la prefazione “serve semplicemente per testimoniare, a chi vuole aprire il suo cuore, che Dio è buono e che si può morire felici”.
Incomprensibile felicità, penetrabile santità, perché dopo la nascita del loro terzo figlio Francesco che oggi ha 9 anni - Chiara, nonostante le cure, non sconfigge la malattia e con fiducia e certezza che Dio non abbandona mai un figlio, in “attesa” con le lucerne accese va felice verso lo Sposo dolcissimo. E oggi, 8 anni dopo, nell’intimità e in quella comunione dei santi che il tempo sospeso della pandemia ha fatto riscoprire, in tanti pregando il rosario hanno sentito il buon profumo della santità. Profumo che riempie i dolcissimi sorrisi della mamma Maria Anselma, riempie la ferma tenerezza del papà Roberto, l’amore inesauribile del marito, l’irrefrenabile festosità del figlio, la profonda delicatezza della sorella con la sua meravigliosa famiglia. Riempie gli sguardi fissi dei giovani, la gioiosa luminosità degli amici, le corde tese di una chitarra.
Chiara diceva «Qualsiasi cosa farai avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna» e in funzione della vita eterna è stato bellissimo anche questo incontro che non ha fatto riempire gli zaini e prendere il treno, ma ancora una volta ha ricordato che Dio ci vuole santi normali e ce lo ha ricordato da una parrocchia romana e da uno schermo. Ha ricordato la bellezza straordinaria della normalità che Chiara trasmette sempre. La bellezza di una vita che non si conta in anni, ma in scelte che brillano per Dio. Vite generate, accolte, custodite, donate. Vite che brillano anche per noi perché come ha ricordato padre Vito D’Amato all’inizio del rosario «Io sono perché c’è l’altro, e l’altro ci ha fatto scoprire il volto dell’Altro per eccellenza. Entrare nel mistero della vita di Chiara ci ha introdotto nel mistero della vita di Cristo e nello stesso tempo Chiara ha potuto illuminare i misteri della sua vita con i misteri della vita di Cristo».
Nadia Macrì