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lunedì 07 ottobre 2024
 
 

Berlusconiani senza Berlusconi

02/10/2013 

Quanti sono i “diversamente berlusconiani” che si oppongono all’ala dura e intransigente dei berlusconiani di ferro? La resa dei conti in Senato, in tutti i sensi, lo dirà. Ma certo, di tutte le scissioni che hanno caratterizzato la creatura politica berlusconiana, questa è la più importante, non solo perché coinvolge il delfino del Cavaliere e si carica addirittura di lacrime e sofferenze come un parricidio shakespeariano. Il dissenso di Alfano, Cichitto, Lupi, Quagliarello e di tutti i berlusconiani senza Berlusconi profuma addirittura di storia: perché potrebbe archiviare un ventennio e mettere le basi per la nascita della Terza Repubblica.

Il punto è stato la rinascita di Forza Italia. Il Cavaliere l’ha voluta non solo per dare un segnale di cambiamento e di ritorno alle origini in campagna elettorale, ma anche per effettuare una “scrematura” della classe dirigente così com fece con il famoso discorso del predellino che portò alla nascita del Pdl. Cosa che hanno capito al volo soprattutto i moderati, a cominciare da quei volponi democristiani di Giovanardi, Formigoni, Quaglirello e Lupi. E così intorno a Forza Italia, intorno alle forche caudine dei nuovi vertici, si è scatenata una sorda lotta di potere. Falchi contro colombe, sfiducia contro fiducia, Palazzo Chigi contro Palazzo Grazioli. Fino alla consumazione del divorzio finale, contro le Santanché, dei Verdini, dei Capezzone, dei Bondi e soprattutto dell’avvocato Ghedini, colui che ha affiancato il Cavaliere lungo tutto il calvario dei suoi processi e conosce gli angoli più reconditi della sua privacy.

Il documento reso noto con le oltre venti firme dei senatori che voteranno la fiducia a Letta è come un treno cui si agganciano nuovi vagoni. Ma anche se tutto il Pdl voterà la fiudicia al governo, segnando la sconfitta dei falchi e dello stesso Berlusconi (protagonista di un clamoroso voltafaccia) alle colombe, martellate fino a un minuto prima, non resta che volar via. E infatti Formigoni annuncia la nascita di un nuovo gruppo al Senato. Forse fonderanno un nuovo partito, "da iscrivere nel solco del Partito popolare europeo". Ma è certo che dietro a questa piccola insurrezione berlusconiana si nasconde la fine di un potere ventennale che aprirebbe alla possibilità di costruzione di un centrodestra moderato, con la fine del bipolarismo e la nascita della Terza Repubblica.

 
 
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