Luca Pancalli, presidente del Comitato paraolimpico nazionale
“Non carico carrozzine”. E il disabile, rimasto a terra, è costretto a rivolgersi a un altro tassista. L’odioso episodio è accaduto martedì scorso in centro a Torino, alla stazione dei taxi davanti il Municipio. Il malcapitato cliente era Luca Pancalli, presidente del Comitato paraolimpico nazionale, ch’era appena uscito da una riunione di giunta del Coni in Comune.
Non c’è stato nulla da fare: irremovibile, il tassista, alle proteste di Pancalli e della sua assistente, ha rifiutato il passaggio, argomentando che è sua facoltà accettare o meno le richieste dei clienti. In realtà il regolamento dei taxi a livello di città metropolitana è molto chiaro a riguardo e smentisce il tassista: “Il servizio è accessibile a tutti i soggetti portatori di handicap. La causa dell’handicap non può costituire motivo di rifiuto alla prestazione”. E la carrozzina deve esssere trasportata gratuitamente. Insomma le regole ci sono, ma, almeno in certi casi, nonvengono rispettate. Gli stessi rappresentanti dei tassisti sono rimasti sorpresi dall’episodio. Federico Rolando, portavoce dei 1600 tassisti torinesi, ha offerto una corsa gratis a Pancalli, la prossima volta che il dirigente si recherà nel capoluogo piemontese. A seguire sono arrivate anche le scuse dell’amministrazione comunale.
Il numero uno del Comitato pare, comunque, non essersela presa troppo. “Purtroppo non è la prima volta che accade”, ha commentato rassegnato. E si tratta senza dubbio di un gesto di maleducazione discriminatorio nei confronti di un disabile, oltreché di un comportamento che viola la deontologia della professione.
Pancalli, per fortuna, subito dopo è riuscito a prendere un altro taxi. “Per un gesto di insensibilità non sarebbe corretto criminalizzare una città o una intera categoria”, ha aggiunto. Giusto. E bisogna aggiungere che la sensibilità in questo senso è aumentata negli anni. Ma per un disabile che non riesce a salire in taxi con la carrozzina, quanti ne restano giù alle pensiline degli autobus? Sarebbe da osservare che di fronte a censurabili, ma sporadici gesti discriminatori, come questo, assai più grave è l’insensibilità cronica di molte amministrazioni locali e aziende dei trasporti pubblici che quotidianamente costringono persone in carrozzina a terra o ad acrobatiche manovre di salita nei mezzi, a causa dell’assenza di elevatori o del mancato funzionamento degli stessi. Quanti sono gli autobus che circolano nelle nostre città dotati di pianali ribassati ed elevatori? Quante linee urbane li prevedono? Per non parlare dei treni. Eppure la normativa italiana sull’abbattimento delle barriere architettoniche, che risale al 1996, chiede esplicitamente che i mezzi di trasporto pubblico su gomma e su ferro siano accessibili a chi ha difficoltà motorie. Ma, evidentemente, è rimasta lettera morta… proprio come certi binari.