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lunedì 25 settembre 2023
 
discriminazioni
 

Un tassista rifiuta un disabile in carrozzina. Ma c'è anche di peggio...

18/09/2015  Il presidente del Comitato paraolimpico Luca Pancalli chiede un taxi. "Non carico carrozzine", risponde il tassista. Un odioso gesto discriminatorio. Che si aggiunge alla noncuranza ancor più grave delle aziende di trasporto pubblico a dotare di elevatori tram e autobus.

Luca Pancalli, presidente del Comitato paraolimpico nazionale
Luca Pancalli, presidente del Comitato paraolimpico nazionale

“Non carico carrozzine”. E  il disabile, rimasto a terra, è costretto a rivolgersi a un altro tassista.  L’odioso episodio è accaduto martedì scorso in centro a Torino,  alla stazione dei taxi davanti il Municipio.  Il malcapitato cliente era Luca Pancalli, presidente del Comitato paraolimpico nazionale,  ch’era appena uscito da una riunione di giunta del Coni in Comune.

    Non c’è stato nulla da fare: irremovibile, il tassista, alle proteste di Pancalli e della sua assistente, ha rifiutato il passaggio, argomentando che è sua facoltà accettare o meno le richieste dei clienti. In realtà il regolamento dei taxi a livello di città metropolitana è molto chiaro a riguardo e smentisce il tassista:  “Il servizio è accessibile a tutti i soggetti portatori di handicap. La causa dell’handicap non può costituire motivo di rifiuto alla prestazione”. E la carrozzina deve esssere trasportata gratuitamente.  Insomma le regole ci sono, ma, almeno in certi casi, nonvengono rispettate.   Gli stessi rappresentanti  dei tassisti  sono rimasti sorpresi  dall’episodio.  Federico Rolando, portavoce dei 1600 tassisti torinesi, ha offerto una corsa gratis a Pancalli, la prossima volta che il dirigente si recherà nel capoluogo piemontese.  A seguire sono arrivate anche le scuse dell’amministrazione comunale.

   Il numero uno del Comitato pare, comunque,  non essersela presa troppo. “Purtroppo  non è la prima volta che accade”, ha  commentato  rassegnato.  E si tratta senza dubbio di un gesto di maleducazione discriminatorio nei confronti di un disabile, oltreché di un comportamento che viola la deontologia della professione. 

     Pancalli,  per fortuna,  subito dopo è riuscito a prendere un altro taxi.  “Per un gesto di insensibilità non sarebbe corretto criminalizzare una città o una intera categoria”, ha aggiunto. Giusto. E bisogna aggiungere che la sensibilità in questo senso è aumentata negli anni.  Ma per un disabile che non riesce a salire in taxi con la carrozzina, quanti ne restano giù alle pensiline degli autobus? Sarebbe  da osservare che di fronte a censurabili, ma sporadici gesti discriminatori,  come questo, assai più grave è  l’insensibilità cronica di molte  amministrazioni  locali e aziende dei trasporti pubblici che quotidianamente costringono persone in carrozzina a terra o ad acrobatiche manovre di salita nei mezzi, a causa dell’assenza di elevatori o del mancato funzionamento degli stessi.  Quanti sono  gli autobus che circolano nelle nostre città dotati di pianali ribassati ed elevatori?  Quante linee urbane li prevedono? Per  non parlare dei treni.  Eppure la normativa italiana sull’abbattimento delle barriere architettoniche, che risale al 1996, chiede esplicitamente che i mezzi di trasporto pubblico su gomma e su ferro siano accessibili a chi ha difficoltà motorie.  Ma, evidentemente, è rimasta lettera morta… proprio come certi binari.    

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