Nostro nipote di dodici anni ha chiesto per Natale un videogioco. Ho scoperto che si tratta di un gioco molto violento, che permette di vincere solo dopo aver eliminato molti nemici, nel senso letterale della parola. Su Internet ho letto che è sconsigliato ai minorenni e che in alcune nazioni le associazioni dei genitori si sono espresse contro di esso. Alla luce di tutto ciò, non vorrei farglielo trovare sotto l’albero. So però che lui ci rimarrà male.
Nonna Teresa
Cara Teresa, se tuo nipote desiderasse tanto una motocicletta, tu gliela compreresti? E se volesse in dono una rivista per adulti, che cosa faresti?
Non avresti dubbi: non gliela regaleresti. Cercheresti di fargli capire, in ogni modo, la tua decisione in una prospettiva educativa. Tieni la medesima posizione anche nei confronti del videogioco per adulti, che lui desidera tanto. Il sistema PEGI classifica i videogiochi in funzione del loro essere “adeguati” o meno al livello di sviluppo dei minori che li utilizzano. Se un videogioco è classificato come PEGI 18, vuol dire che è destinato, per contenuti e situazioni che presenta, solo ai maggiorenni. Cari adulti che state leggendo, siete davvero convinti di dover accontentare i vostri figli, quando vi chiedono regali non adatti alla loro età? Regali che li sollecitano con stimoli violenti e/o sessuali (spesso questi aspetti sono contemporaneamente presenti in molti videogiochi) assolutamente non adatti ai loro bisogni di crescita.
Per voi, fare un regalo significa sempre dire sì a qualsiasi richiesta, solo perché i minori ci dicono: «Tutti ce l’hanno, non posso essere io l’unico a non possederlo»? Io penso che si può essere anche gli unici a non avere o fare qualcosa, se quella cosa non è adatta. E la responsabilità educativa di mettere limiti e confini, a volte addirittura divieti, spetta a noi. Cara nonna Teresa, i preadolescenti hanno bisogno anche di altro, non solo videogiochi. Ci sono dei libri per giovanissimi che raccontano storie con cui si possono identificare, perché descrivono situazioni complesse e sfide evolutive molto vicine ai loro bisogni.
Ecco due titoli tra i tanti che io vi consiglio per un dono rivolto agli adolescenti affinché in questo Natale si immergano in storie ed emozioni reali e non in eccitazione e situazioni virtuali: Un giorno ci incontriamo (Electayoung) di Paola Zannoner, centrato sui pericoli che si nascondono dietro ad amicizie e amori che nascono nei social network e Scomparso (Mondadori) di Ferdinando Albertazzi che descrive le vicende di Bobo, un sedicenne che un giorno scompare, di fronte ad amici e famigliari, alquanto increduli e confusi. Almeno a Natale, regalate un libro nelle cui pagine troveranno emozioni vere e non solo eccitazione virtuale.