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martedì 29 aprile 2025
 
Cinema e scuola
 

Una classe Montessori in presa diretta

14/10/2019  Avete mai sognato di vedere non visti il lavoro in classe dei vostri bambini? E' quello che si prova vedendo "Il maestro è il bambino", il documentario girato nella più antica scuola montessoriana francese da Alexandre Mourot: uno spaccato di vita e del metodo della grande pedagogista italiana, dal 14 ottobre nelle sale.

Chi non ha sognato almeno una volta di poter vedere non visto la classe del proprio bambino all’opera? È l’esperienza che devono avere avuto i genitori di Géraud, Séraphine, Charlie, Agathe e degli altri piccoli protagonisti del documentario Il bambino è il maestro, uscito in Francia nel 2017 e dal 14 ottobre 2019 nelle sale italiane.

La vita di una classe di bambini tra i tre e i sei anni, filmata da una telecamera attenta e discreta, che riesce a documentare senza invadere, parole e gesti. Siamo a Rubaix nella classe del maestro Christian Maréchal nella scuola, cattolica, Jeanne d'Arc di Roubaix, la più antica scuola montessoriana di Francia. Il regista Alexandre Mourot l’ha frequentata per poco più di un anno, documentandone la quotidianità, per dare un’idea in presa diretta del pensiero educativo di Maria Montessori, medico e pedagogista italiana, di cui nel 2020 si celebra il 150° anniversario della nascita, che nel 1909 ha pubblicato il metodo educativo, che ha trovato applicazione in numerosissime scuole nel mondo.

Il punto di vista del regista e quello di Maria Montessori - ricavato dai suoi scritti - compaiono in poche sintesi di due voci fuori campo, limitate a pochi interventi. Il resto è vita vissuta in un gruppo classe da maestro e bambini. Per la maggior parte del tempo si sentono le voci dei bambini e del maestro, in francese, tradotte con sottotitoli anche per non rompere la magia della spontaneità che è parte integrante di un modello di educazione in cui l’adulto non impone, né ritmo né attività, ma osserva il bambino aiutandolo a fare da solo e a progredire, rispettandone i tempi, cosa che spiega anche il ritmo cinematografico lento. Anche per questo si nota che il maestro parla meno dei bambini e molto meno di quanto farebbe in una scuola tradizionale e quasi mai a tutto il gruppo assieme ma dando a ciascun bambino momenti di esclusività.

Benché non manchino, com’è naturale che sia, i pianti dei primi giorni, il gioco turbolento e le corse impetuose appena usciti in cortile, di questa scuola del Nord della Francia, quasi al confine con il Belgio, colpisce l’atmosfera distesa di reciproco rispetto tra bambini e maestro e bambini tra loro. Non si alza la voce, non ci si azzuffa, si direbbe che vi si impari anche la pazienza con sé stessi e con gli altri.

Chi guarda, entrando a poco a poco nella vita di questa classe, finisce per affezionarsi ai suoi piccoli abitanti, notandone man mano le differenti inclinazioni e constatandone alla fine anche in modo diretto i progressi, fino a comprendere la filosofia del metodo molto più dall'osservazione che dalle spiegazioni che intervengono a chiosa.

Molto interessante, per insegnanti ed educatori, ma soprattutto per genitori, indipendentemente dal metodo educativo che hanno scelto.

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