MARIO B. Il teologo Lorenzetti ha scritto che la caccia è «uccisione barbara e gratuita dell’animale», lasciando intendere una “condanna morale” dell’attività venatoria. Ma non sono più immorali i pesticidi in agricoltura o gli allevamenti intensivi?
La Chiesa (magistero) non intende
colpevolizzare nessuno. Non indulge a
una precettistica del permesso/proibito;
in base al Vangelo della creazione,
è suo compito formare anzitutto a un
atteggiamento che si compendia nell’amore-
rispetto-giustizia verso il Creato
e tutte le creature, animate e inanimate.
In riferimento a questo principio
fondamentale (valore, scelta), ognuno
può comprendere quali sono i comportamenti
che traducono l’amore-rispetto
nella prassi; e quelli, invece, che lo contraddicono.
Si tratta, pertanto, di ripensare
antiche e nuove abitudini che non
riguardano soltanto la caccia per sport.
Altre abitudini al negativo, purtroppo,
non mancano: gli allevamenti intensivi;
la sperimentazione che mutila e uccide;
le gare-lotte tra animali; la distruzione
dell’habitat; e tanti altri ancora che una
coscienza informata e formata sa individuare,
disapprovare e, per quanto possibile,
anche cambiare nel dialogo e nel
confronto dentro e fuori la comunità.