Ha fatto molto scalpore la lettera di una madre finlandese di 4 figli, residente a Siracusa, che ha accusato la scuola italiana di totale inadeguatezza dicendo che dopo due mesi di esperienza con il marito hanno deciso di lasciare l’Italia e andare in Spagna, dove erano già stati, e dove le scuole hanno standard migliori. Un attacco diretto e impietoso, che abbiamo chiesto di commentare a Giusi Parisi, docente di lettere alle superiori del quartiere Brancaccio di Palermo e autrice sia di manuali scolastici sia di romanzi per adolescenti. «Gli italiani in genere si inalberano quando ricevono delle critiche. Io invece penso che questa lettera sia l’occasione per fare delle riflessioni, perché il sistema scolastico italiano ha sicuramente dei limiti, si è smesso da tempo di investire nella scuola, abbiamo dimenticato l’eredità del metodo Montessori, gli edifici sono spesso fatiscenti e senza spazi all’aperto, alcune riforme sono state penalizzanti, come il taglio dell’ora di narrativa alla scuola media, la riduzione dell’orario alle superiori. E le infelici esternazioni del nuovo ministro sulla didattica dell’umiliazione non fanno certo ben sperare. Non credo che le scuole siciliane siano un caso a sé, è tutto il sistema che andrebbe rivisto. Ci sono tanti docenti splendidi, che fanno progetti, mettono i ragazzi al centro, ma tutto è affidato alla volontà dei singoli professori o dirigenti. Io ho scelto di lavorare al Brancaccio, un quartiere molto complicato, quello di don Pino Puglisi per intenderci, e riusciamo comunque a fare ottime cose. Quindi io dico: non indigniamoci, ma prendiamo quello che di buono c’è in queste osservazioni, prendiamolo come uno scossone che ci faccia riflettere. Certo, il riferimento che ha questa mamma è assai lontano dal nostro, le scuole finlandesi sono un’eccellenza, e la Finlandia è un Paese assai diverso dall’Italia a partire dal numero di abitanti. Ma si può e si deve fare di meglio anche in Italia».