Ci sarà una statua di donna, per la prima volta, nella piazza di Westminster, accanto a quella di Winston Churchill e Abramo Lincoln, Nelson Mandela e Gandhi. La Thatcher era già pronta, nel suo vestito di ermellino da baronessa, su una base di granito di quattro metri per quattro, per tenere lontano i vandali, ma l’idea non è piaciuta né al consiglio comunale di Londra né ai figli, Carol e Mark.
Il suo posto verrà preso da una femminista storica, Millicent Fawcett, vissuta alla fine del diciannovesimo secolo, alla quale si deve il voto femminile e l’apertura di un college, il “Newnham”, per la prima volta, alle donne all’università di Cambridge,.
Per la causa delle donne la lady di ferro, secondo molti, non ha fatto granchè anche se il suo ingresso a Downing street ha dimostrato all’altra metà del cielo che anche questo traguardo è possibile.
Accanto a lei si vedevano sempre uomini. Basti pensare ai suoi ministri, tutti con i pantaloni, e al fatto che la Thatcher avesse una visione molto tradizionale della famiglia. Con la mamma, a casa, a curare i figli e il marito al lavoro. Nuovi asili non furono costruiti, mentre era al potere e sussidi per mamme e bambini vennero interrotti. Per non parlare di quel cartoncino di latte nelle scuole, importantissimo per i bambini più poveri, che la lady di ferro eliminò senza alcuna pietà.
Cresciuta all’ombra del padre, un pastore metodista, Margaret costrui la sua carriera politica grazie al sostegno economico del marito Denis e fu una madre piuttosto assente.
Ben diversa la storia della Fawcett che, già a diciannove anni, colpita da un discorso di John Stuart Mill sul diritto delle donne ad andare alle urne, si avviò sulla strada del femminismo diventando segretaria dell’associazione londinese per il suffragio rosa. Sposata a un politico liberale, suo compagno intellettuale più che patrono la Fawcett lavorò per un sindacato femminile, prendendo le distanze dalle consorelle suffraggette più violente che usavano anche le bombe.
Si battè con convinzione contro la legislazione che faceva sì che le prostitute, colpite da infezioni sessuali, venissero messe in prigione mentre i loro clienti restavano liberi, contro gli abusi sui minori, i matrimoni con mogli bambine e l’esclusione delle donne dai tribunali.
La Thatcher fu il tipico prodotto di un partito conservatore, ansioso di usare la sua figura femminile per mantenersi al potere. A insegnarle a parlare e a muoversi furono i capi Tory che decisero, all’inizio della sua carriera, come si dovesse vestire e quale tono di voce dovesse usare.
Mentre la lady di ferro si trovò sempre a disagio nel ruolo di mamma, preferendo, alle ore trascorse in casa con i figli, gli incontri, nelle stanze del potere, con colleghi e rivali la Fawcett si dedicò volentieri alla famiglia, crescendo la figlia Philippa, con la quale trascorreva lunghe ore a cucire, e altri quattro bambini figli di parenti rimasti orfani in tenera età.
Difficile immaginare che la statua di questa suffragetta verrà attaccata dai vandali mentre su quella della Thatcher si temeva che si sarebbero sfogati molti che, ancora oggi, la incolpano di aver distrutto buona parte del welfare state e tagliato i sindacati..
Secondo la stampa britannica è stata la mancanza della famosissima borsetta, che la Thatcher portava con orgoglio, quasi come un’arma, ad allontanare la figlia Carol dal progetto della scultura che, secondo molti, avrebbe dovuto rappresentare l’ex primo ministro nei suoi panni di lavoro anziché nella toga da baronessa che indossò raramente e solo negli ultimi anni.