La parola superstizione indica la credenza irrazionale nell’influsso, positivo o negativo, di determinati eventi nelle vicende umane.
Le forme sono le più diverse. Si attribuiscono significati strani ai
numeri pari e dispari; i giorni del calendario sono divisi in fausti e
infausti; la giornata (o l’anno nuovo) porta male se si incontra una
determinata persona o se un gatto nero attraversa la strada.
Sono credulità innocue? Ci si crede davvero? Secondo sondaggi
d’opinione milioni di italiani, anche tra i più istruiti, spendono somme
ingenti di denaro e ricorrono a riti più o meno assurdi per conoscere
qualche frammento del futuro, per scacciare il malocchio. Il
fenomeno superstizione diventa ancora più serio se si considera
l’espansione delle pratiche occulte, come sedute spiritiche, ricorso a
maghi, fattucchieri e fattucchiere, mercanti di amuleti e di talismani.
La superstizione, alla sua radice, è manifestazione di
sudditanza nei confronti di forze anonime e fiducia in potenze
razionalmente indimostrabili; sudditanza che crea ansia e
paura. Paradossalmente nell’éra della scienza e della tecnica, l’uomo e
la donna praticano riti incredibili per sconfiggere la paura e per
premunirsi da ipotetici mali o per mettere in campo quelli buoni.
Come si contrasta la superstizione nelle sue molteplici forme
dalle più innocue o che come tali sembrano, a quelle più pericolose
nelle quali si cede a cominciare da quelle più piccole?
La superstizione è irrazionale, la si contrasta, allora, con il
ritornare ad usare la ragione che conduce a capire l’origine delle varie
forme di superstizione; e ad evitare, oltre al danno economico e il
rischio di uno sfruttamento in modo occultamente criminale, quello di
creare condizioni psicologiche di dipendenza dalle quali difficilmente
si esce.
La superstizione è fede alla rovescia (fideismo). La si contrasta allora
con il ritorno alla vera fede:
l’adesione all’unico Dio e Signore della
storia personale e dell’umanità, libera da false credenze che creano
ossessioni e schiavitù. Molto chiaro, sintetico, e condivisibile, sul
piano della fede e della ragione, è il pensiero cristiano. «Tutte le
forme di divinazione (leggere il futuro) sono da respingere: ricorso a
Satana o ai demoni, evocazione dei morti o a pratiche che a torto si
ritiene che svelino l’avvenire.
La consultazione degli oroscopi,
l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle
sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium occultano una
volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini e
insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste»
(
Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2116).
In breve, dalla schiavitù e dipendenza della superstizione ci si libera,
usando la ragione e, ancora più, ritornando alla fede in Dio e alla sua
Provvidenza. Se non si riconosce la Signoria liberatrice di Dio, c’è il
rischio di cadere sotto altre signorie che liberatrici certo non sono.