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lunedì 16 settembre 2024
 
 

Giornata del Dono per il Terzo settore

10/11/2013  È la proposta lanciata dall'onorevole Edoardo Patriarca, presidente dell'Istituto italiano della donazione e del Centro nazionale del volontariato. Un progetto, ha detto, che «si avvia a diventare realtà, è in corso il necessario iter parlamentare per istituirlo».

Istituzionalizzare a livello nazionale una Giornata del dono è una delle principali proposte concrete emerse durante l'annuale Conferenza nazionale della donazione, svoltasi sabato 9 novembre 2013 a Lucca e organizzata dall’Istituto italiano della donazione (Iid) in collaborazione con il Centro nazionale del volontariato (Cnv).

Edoardo Patriarca, Presidente dell'Iid e del Cnv, ha ricordato che «il progetto di una Giornata del dono si avvia a diventare realtà, è infatti in corso il necessario iter parlamentare per istituirlo, rilanciato grazie allo stimolo dell'ex presidente Carlo Azeglio Ciampi, e ora sostenuto dall’appoggio trasversale di tutti gli schieramenti politici. Vogliamo dare un segno forte non per istituzionalizzare la generosità spontanea, ma per valorizzare e coltivare la solidarietà degli italiani, uno dei pilastri fondamentali da cui ripartire per uscire dalla crisi».

Tanti sono i passi da fare per valorizzare di più il Terzo settore «troppo spesso trascurato», secondo l’onorevole Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario al ministero per i Beni e le attività culturali. «Nonostante il nostro sia il Paese dove il dono da sempre eccelle», ha continuato, «è anche la Nazione dove i buoni principi non si traducono in una concreta azione politica».

Marina Sereni, vicepresidente della Camera dei deputati
ha affermato che «il tema del dono torna di grande attualità perché abbiamo assistito sia al fallimento del modello economico neoliberista sia all’inadeguatezza del modello neo statalista, in cui lo Stato risolve tutto. Occorre una terza via, dobbiamo intraprendere nuove strade per trovare soluzioni veramente sostenibili».

Tra gli altri impegni che Patriarca intende concretizzare ci sono quello di «mantenere e rafforzare l’istituto del cinque per mille, aumentare le percentuale delle donazioni detraibili fiscalmente, varare misure a sostegno dell’impresa sociale». Ma anche il Terzo settore deve preoccuparsi di rendere conto di ciò che fa con i contributi delle persone «e l’Istituto Italiano della Donazione», ha ricordato il suo presidente, «aiuta le organizzazioni in un percorso di trasparenza, per ottenere l’iscrizione all’archivio Io dono sicuro o anche il marchio Donare con fiducia, rilasciato alle associazioni socie».

Si dona per restituire alla comunità quello che ci ha dato, dice Antonio Polito

Giorgio Righetti, direttore dell’Associazione delle Casse di risparmio e delle fondazioni di origine bancaria (Acri), ha lanciato una provocazione sostenendo che «le fondazioni bancarie non donano ma erogano contributi solo all’interno di un processo in cui selezionano e rendicontano progetti per soddisfare i bisogni di una comunità; mentre un donatore normalmente valuta in modo più personale».

Sull’importanza di riferirsi a un territorio e di rafforzare il rapporto di vicinanza tra organizzazioni non profit e donatore ha insistito Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera: «Si dona per restituire alla comunità quello che ci ha dato», ha detto. Per Polito è anche necessario «che il Terzo settore comunichi in modo più moderno ed efficace». «Per comunicare meglio quello che si fa con le donazioni», ha sottolineato Luca Mattiucci, giornalista del Corriere della Sera, «è ormai imprescindibile l’uso dei social network, come luogo in cui potersi confrontare con la propria comunità di riferimento, a cui far soppesare i propri valori in un momento di crisi dei finanziamenti pubblici».

Toccante, infine, l'intervento di Hicham Ben'Mbarek, testimonial dell’Associazione italiana donatori organi (Aido). «Musulmano col cuore di un cristiano», il giovane stilista, originario del Marocco ma fiorentino di adozione, ha raccontato del cuore che ha ricevuto in dono con un trapianto «come un grande atto d’amore incondizionato» da parte della madre del ragazzo espiantato.

 
 
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