Istituzionalizzare
a livello nazionale una Giornata del dono
è una delle principali proposte concrete emerse durante l'annuale
Conferenza nazionale della donazione, svoltasi sabato 9 novembre 2013
a Lucca e organizzata dall’Istituto italiano della donazione (Iid)
in collaborazione con il Centro nazionale del volontariato (Cnv).
Edoardo
Patriarca,
Presidente dell'Iid e del Cnv, ha ricordato che «il
progetto di una Giornata del dono si avvia a diventare realtà, è
infatti in corso il necessario iter parlamentare per istituirlo,
rilanciato grazie allo stimolo dell'ex presidente Carlo Azeglio
Ciampi, e ora sostenuto dall’appoggio trasversale di tutti gli
schieramenti politici. Vogliamo dare un segno forte non per
istituzionalizzare la generosità spontanea, ma per valorizzare e
coltivare la solidarietà degli italiani, uno dei pilastri
fondamentali da cui ripartire per uscire dalla crisi».
Tanti
sono i passi da fare per valorizzare di più il Terzo settore «troppo
spesso trascurato»,
secondo l’onorevole Ilaria
Borletti Buitoni,
sottosegretario al ministero per i Beni e le attività culturali.
«Nonostante
il nostro sia il Paese dove il dono da sempre eccelle»,
ha continuato, «è
anche la Nazione dove i buoni principi non si traducono in una
concreta azione politica».
Marina
Sereni,
vicepresidente della Camera dei deputati ha affermato che «il
tema del dono torna di grande attualità perché abbiamo assistito
sia al fallimento del modello economico neoliberista sia
all’inadeguatezza del modello neo statalista, in cui lo Stato
risolve tutto. Occorre una terza via, dobbiamo intraprendere nuove
strade per trovare soluzioni veramente sostenibili».
Tra
gli altri impegni che Patriarca
intende
concretizzare ci sono quello di «mantenere
e rafforzare l’istituto del cinque per mille, aumentare le
percentuale delle donazioni detraibili fiscalmente, varare misure a
sostegno dell’impresa sociale».
Ma anche il Terzo settore deve preoccuparsi di rendere conto di ciò
che fa con i contributi delle persone «e
l’Istituto Italiano della Donazione»,
ha ricordato il suo presidente, «aiuta
le organizzazioni in un percorso di trasparenza, per ottenere
l’iscrizione all’archivio Io dono sicuro o anche il marchio
Donare con fiducia, rilasciato alle associazioni socie».
Si dona per restituire alla comunità quello che ci ha dato, dice Antonio Polito
Giorgio
Righetti,
direttore dell’Associazione delle Casse di risparmio e delle
fondazioni di origine bancaria (Acri), ha lanciato una provocazione
sostenendo
che «le
fondazioni bancarie non donano ma erogano contributi solo all’interno
di un processo in cui selezionano e rendicontano progetti per
soddisfare i bisogni di una comunità; mentre un donatore normalmente
valuta in modo più personale».
Sull’importanza
di riferirsi a un territorio e di rafforzare il rapporto di vicinanza
tra organizzazioni non profit e donatore ha insistito Antonio
Polito,
editorialista del Corriere della Sera: «Si
dona per restituire alla comunità quello che ci ha dato»,
ha detto.
Per Polito è anche necessario «che
il Terzo settore comunichi in modo più moderno ed efficace».
«Per
comunicare meglio quello che si fa con le donazioni»,
ha sottolineato Luca
Mattiucci,
giornalista del Corriere della Sera, «è
ormai imprescindibile l’uso dei social network, come luogo in cui
potersi confrontare con la propria comunità di riferimento, a cui
far soppesare i propri valori in un momento di crisi dei
finanziamenti pubblici».
Toccante,
infine,
l'intervento
di Hicham
Ben'Mbarek,
testimonial dell’Associazione italiana donatori organi (Aido).
«Musulmano
col cuore di un cristiano»,
il giovane stilista, originario del Marocco ma fiorentino di
adozione, ha raccontato del cuore che ha ricevuto in dono con un
trapianto «come
un grande atto d’amore incondizionato»
da parte della madre del ragazzo espiantato.