Ci sono, sostanzialmente due grosse criticità riguardo la proposta di legge pensata per combattere l'omofobia. Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni familiari ci spiega rischi e ingiustizie di un testo la cui stesura sta, in questi giorni, giungendo alla stretta finale.
- Quali sono queste criticità?
«Innanzitutto il fatto che viene introdotto in un testo giuridico una definizione di tipo sociologico e quindi "soggettiva". L'oggetto in questione, l'dentità sessuale, viene definita "percezione che uno ha di sé". E' molto grave, significa non dare fondamento giuridico all'identità di genere».
- Il secondo grave aspetto che la preoccupa?
«E' il forte rischio che valutazioni etiche, morali o politiche in contrasto con l'ideologia del gender, proposto dalla legge, siano tacciate di istigazione all'omofobia. Per esempio non si potrebbe più sostenere che per l'equilibrata educazione di un bambino sono necessari un padre e una madre cioè un principio maschile e uno femminile»
- Come si combatte invece l'omofobia?
«La lotta agli odiosi comportamenti omofobi e alle violenze generate da qualsiasi pregiudizio va combattuta senza se e senza ma. Senza però generare strumenti ideologici che rischiano di attaccare la libertà di espressione così nettamente difesa dall'articolo 21 della nostra Costituzione».
- Una legge quindi non solo ingiusta ma anche pericolosa?
«Certo. Si parla persino di reclusione per chi viene condannato e successiva riabilitazione da svolgere presso le associazioni per i diritti degli omosessuali... Comunque su temi così radicati nella cultura e nella storia di un paese non servono vittorie ottenute con una risicata maggioranza parlamentare. Serve piuttosto un dibattito serio che coinvolga tutti i cittadini»