Mio marito vorrebbe
cedere, ma io no, non me
la sento, proprio non me
la sento. Nostro figlio, l’unico figlio,
vuol venire a cena (si è prenotato
adesso per Natale!) con il compagno,
con cui convive da tre anni. Per me
questo è rinnovare un dolore che mi
ha portato via la metà dei miei anni.
Ma perché vuol venire a rovinarmi
il Natale? E perché suo padre, proprio
quest’anno, vorrebbe “cedere”?
GIORGIA
— Cara Giorgia, nella tua lunghissima
e dolorosa lettera, ci dici che questo
figlio è serio, lavora, non vi chiede
nulla dal punto di vista economico
e che voi, già ormai da dieci anni,
gli avete “predicato” (parola tua) in
tutti i modi che voi non condividete la
sua scelta omosessuale. Da una sola
lettera non possiamo certo intuire se voi
avete fatto errori educativi, se il vostro
rifiuto della sua scelta è diventato un
rifiuto di lui... Ci racconti che dopo il suo
outing (lui era già fuori casa) voi non
avete nemmeno risposto al telefono
per un anno. Ci pare di capire che vostro
figlio (a proposito, come si chiama?)
voglia essere accettato, forse non vi
sta chiedendo di condividere la sua
scelta, vi sta chiedendo di rimanere
vostro figlio. Forse sente il tuo dolore,
cara Giorgia, e vorrebbe in qualche
modo riparare: portarvi sé stesso,
un briciolo di consolazione, dirvi: «Sono
vostro figlio». Anzi, tanto quanto lui
manca a voi, anche voi (ci par di capire)
mancate a lui! Lui non si è trincerato
nel «se mi rifiutate, io vi rifiuto,
non vi riconosco più come genitori!».
Non ha cercato di “convertirvi”, dagliene
atto. Lui ha bisogno di sentire che
rimane vostro figlio, anche se non
approvate il suo modo di vivere...
Sai, ci sembra che tu stia cadendo in un
equivoco: che accettarlo in casa vostra
sia un validare le sue scelte. Ci viene
in mente santa Teresa di Calcutta,
la santa che ci è stata donata di recente:
nella sua larghezza di cuore, lei ci ha
insegnato che accogliere non è validare.
Quando raccoglieva dal marciapiede
un moribondo indù, voleva forse dire
che stava rinunciando alla sua religione
e voleva diventare induista? No, voleva
dire che in quell’indù c’era un figlio
di Dio, da accogliere e amare così
come è! Vuoi chiedere aiuto a santa
Teresa? E magari scoprire che, in questo
caso, tuo marito è un passo più avanti
di te. Forse la “prenotazione natalizia”
è troppo: e perché allora non inviti tu
a cena, presto, il tuo/vostro figlio?