©Marco Longari
Con una popolazione stimata di circa 1 milione di abitanti e una densità abitativa di 200 mila persone per chilometro quadrato, lo slum di Kibera, a Nairobi, è il più grande del Kenya, il secondo dell'intero continente africano e uno dei più grandi del mondo.
Le condizioni di vita nella baraccopoli sono inimmaginabili per chiunque non le veda con i propri occhi: povertà, fame, proliferare di malattie, ricorrenti esplosioni di violenza e criminalità, diffusione di droghe, bambini di strada compongono un quadro purtroppo ricorrente in ogni slum del mondo. Nel caso di Kibera, oltretutto, l'estensione e l'ammontare della popolazione rendono ancora più urgente un altro problema: l'accesso a fonti di acqua potabile e servizi igienici degni di questo nome.
L'acqua, come in tante altre baraccopoli africane, da bene di prima necessità si è trasformato in bene di lusso; a Kibera l'acqua è poca, costosa, spesso malsana e non solo perché si tratta di un insediamento abusivo e, ovviamente, privo di qualsiasi piano regolatore.
L'accesso all'acqua pulita a Kibera è particolarmente difficoltoso per la combinazione tra esclusione politico-sociale, infrastrutture scarse se non inesisitenti, razionamento della fornitura e, non ultimo, il monopolio delle bande criminali che dettano il prezzo dell'acqua. Basti pensare che gli abitanti di Kibera pagano l'acqua più dei ricchi cittadini nei quartiere "bene" di Nairobi: una donna di Kibera arriva a spendere fino al 20 per cento del suo reddito mensile in acqua.
Per cercare di porre rimedio a questa situazione disumana e disumanizzante, attraverso una partnerhip tra la Ong Kounkuey Design Initiative (KDI), la Spatial Colletive di Nairobi e la compagnia municipale di Nairobi per l'acqua e le fognature, si sta mettendo a punto un progetto di mappatura on line, per costruire un database sull'acqua, la rete idrica e le fognature di Kibera e dintorni.
Il progetto si chiama Watsan (Water and Sanitation) ed è già in funzione con buoni risultati nei quartieri di Gatwekera e Laini Saba a Kibera. L'intento principale è quello di favorire il lavoro delle organizzazioni non governative, presenti sul campo con progetti di implementazione delle risorse e delle infrastrutture, aggirando la farraginosità della burocrazia locale. La messa in Rete di dati, numeri e tabelle dovrebbe permettere, nelle intenzioni dei suoi fautori, uno scambio di informazioni più efficienti e la più pronta individuazione delle criticità nei progetti in atto o in divenire. Con la speranza che le intollerabili condizioni sanitarie di Kibera diventino quanto prima un lontano ricordo.