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Una petizione in Senato contro il gender a scuola

22/01/2015  A promuoverla sono cinque associazioni: ProVita Onlus, Age (Associazione italiana genitori), Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche), Movimento per la vita e Giuristi per la vita: «Siamo di fronte ad un’emergenza educativa»

Una petizione diretta al futuro presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio Renzie al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: «affinché tutti gli studenti possano trovare nella scuola, non ideologie destabilizzanti, ma un ambiente che permetta uno sviluppo sano della personalità, in armonia con le istanze etiche e il ruolo della famiglia che resta la prima responsabile dell’educazione dei figli».

A promuoverla sono ProVita Onlus, Age (Associazione italiana genitori), Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche), Movimento per la vita e Giuristi per la vita, che hanno presentato l’iniziativa mercoledì in una conferenza stampa presso la sede del Senato a Palazzo Madama.
«In molte scuole vanno diffondendosi, senza informare i genitori, progetti educativi affidati ad associazioni Lgbt tesi a promuovere una visione della famiglia contraria a quanto affermato dalla Costituzione e una formazione sulla sessualità basata sull’ideologia del gender», denunciano i promotori dell’iniziativa. Per di più, «fondi pubblici destinati a una “strategia contro le discriminazioni” vengono destinati dall’Unar a questo scopo». Nelle scuole, inoltre, «a partire da quelle dell’infanzia si utilizzano perfino libri di fiabe attraverso i quali si vogliono rieducare gli studenti a considerare il proprio sesso biologico modificabile in qualsiasi “genere” e a equiparare ogni forma di unione e di “famiglia”».

 In Senato, infine, c’è una recente proposta di legge che vorrebbe stanziare centinaia di milioni di euro per la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole. Alla conferenza sono intervenuti Gianfranco Amato (GpV), Fabrizio Azzolini (AGe), Toni Brandi (ProVita), Carlo Casini (Mpv) e Roberto Gontero (Agesc) oltre a esponenti politici di vari partiti. «In poche settimane quasi solo con il passaparola – spiegano le cinque associazioni - abbiamo già raccolto online oltre 60mila sottoscrizioni di cittadini contrari alla diffusione dell’ideologia gender nelle scuole. Un vero Family Day 3.0 che rilanciamo anche su Facebook e su Twitter con una campagna di sensibilizzazione e sostegno della nostra petizione “cinguettando” con l’hastag #Nogender. Segno che siamo di fronte a una vera emergenza educativa. In molti casi, infatti, l’educazione sessuale a scuola è priva di riferimenti morali, discrimina la famiglia e mira a una sessualizzazione precoce dei ragazzi. La libertà di espressione è un diritto per tutti proprio come è giusto non discriminare nessuno».  

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