Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 20 settembre 2024
 
Scuola
 

«Una primaria multietnica può essere un problema?»

26/02/2021  «Abbiamo iscritto la nostra bambina una scuola con un progetto all’avanguardia dedicato all’accoglienza e integrazione. L’unica perplessità: il 65% degli alunni è di origine straniera. La nostra non è una famiglia razzista né cresciamo i figli nei pregiudizi... ma per l’apprendimento potrebbe diventare un handicap?»

Gentile professoressa, le scrivo per chiederle un parere e spero una rassicurazione. Dopo mesi di riflessioni per decidere dove iscrivere la bambina alla primaria io e mio marito ci siamo decisi per una scuola unica nel suo genere (ha il parco scolastico più grande d’Europa e un progetto all’avanguardia dedicato all’accoglienza e integrazione dei bambini figli di stranieri o appena arrivati in Italia), oltre a essere molto vicina a casa così da poterla raggiungere a piedi. L’unica perplessità che resta è legata alla composizione delle classi: il 65% degli alunni è di origine straniera. La nostra non è una famiglia razzista né cresciamo i figli nei pregiudizi, le chiedo però se, sul fronte dell’apprendimento e delle competenze, per i bambini italiani questo non sia un handicap.

Grazie REBECCA

Cara Rebecca, le rassicurazioni che chiedi mi sembra che tu le abbia già trovate in fondo al tuo cuore e alla tua mente. Le leggo tra le righe della tua lettera dove più che la preoccupazione emerge l’emozione per l’inizio del percorso scolastico di tua figlia. Un grande parco, didattica e progetti all’avanguardia, la scuola di zona, insomma, cosa volere di più? Resta solo la preoccupazione per quel numero così alto di bambini stranieri e la paura che questo possa diventare un freno al suo apprendimento. Su questo provo a rafforzare le ragioni della tua scelta, attraverso un dato oggettivo. Si è visto infatti che confrontando i risultati dei test “Invalsi” non esistono grandi discrepanze tra le scuole con un alto tasso di stranieri e quelle dove la loro presenza è minima. Inoltre non bisogna lasciarsi ingannare dalla provenienza geografica, perché molti di quei bambini sono nati in Italia, hanno già frequentato asili nido e scuole materne nel nostro Paese imparando la lingua italiana e riducendo, se non annullando, il gap che più di altri impedisce l’inclusione e l’apprendimento nel gruppo classe. Sicuramente c’è un po’ di sda nella tua scelta e la giusta consapevolezza che imparare già da piccoli a relazionarsi con le diversità ci prepara per un mondo sempre più cosmopolita e multietnico, sviluppando capacità e competenze che andranno al di là delle note conoscenze, il leggere, lo scrivere e il far di conto. Una grande palestra dove far crescere quella che oggi viene chiamata intelligenza sociale che, come dimostrato da molti studi, è ritenuta una delle qualità più importanti nel mondo del lavoro. I rischi che vedo quindi sono pochi, purché i docenti siano all’altezza di questa complessità che non va negata perché, se la scuola multietnica è uno stimolo per una didattica innovativa, è necessario da parte loro un costante impegno di formazione. Cara Rebecca, sii felice e era della tua scelta, libera e aperta al mondo. Tua figlia, ne sono certa, ha già imparato da te e da tuo marito la bellezza di guardarlo con occhi differenti, senza pregiudizi e questo davvero non ha prezzo.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo