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sabato 14 dicembre 2024
 
 

L'assessore: "Una proposta velleitaria"

06/02/2015  Valentina Aprea, assessore all’Istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia, che ha partecipato alla riforma Morattin non ha nulla contro lo studio dell'inglese, ma molti dubbi sulla concreta realizzazione del progetto. E una domanda: perché scegliere le materie scientifiche?

«Proposta velleitaria», tuona Valentina Aprea al primo impatto con l’idea di una materia da insegnare in lingua inglese alle elementari. Assessore all’Istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia, un passato da insegnante, da presidente della commissione cultura alla Camera, da parte attiva nella riforma Moratti. «Tutto si può fare», spiega, «soprattutto in merito all’innovazione e alle competenze legate alla lingua inglese. Io sono a favore di una miglior conoscenza della lingua, ma il problema è con quali insegnanti. Si parla di reclutamento dalle graduatorie di circa 150 mila docenti precari che, non per colpa loro, entrano in ruolo in età avanzata, tra i 40 e i 50 anni, con abilitazioni che non richiedevano alte competenze digitali o linguistiche. Poi non si capisce perché una materia in inglese, e perché proprio la Scienza: occorre praticare la lingua, conversare. Per studiare una disciplina c’è tempo».

Meglio se il discorso resta legato alla scuola superiore. «Ho lavorato al testo della riforma Moratti che ha reso l’inglese obbligatorio alla scuola primaria e ha introdotto alle superiori il Clil (Content and language integrated learning), l’insegnamento di una materia curricolare in lingua straniera. All’ultimo anno delle superiori può essere fattibile perché i ragazzi e i docenti sono competenti per disciplina». Anche se non semplice: l’avvio del Clil alle superiori doveva entrare a regime nell’anno scolastico 2014/2015, ma qualche ritardo proprio nella formazione dei docenti non è mancato. Infine un problema di approccio, l’imposizione :«La scuola dell’autonomia non ha bisogno di una norma così prescrittiva. Obbligare a una materia in inglese alle elementari è una forzatura». Su cosa occorre agire invece? «Occorre favorire l’innovazione, accertarsi che i docenti abbiano le competenze, valutarli, premiarli. Senza competenze le buone volontà restano lettera morta».

 
 
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