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giovedì 19 settembre 2024
 
Mafia
 

Una scorta civica per la giornalista minacciata

01/12/2018  Da don Luigi Ciotti a don Armando Zappolini ai pastori Paolo Ricca e Ivano De Gasperis, oltre 450 fra associazioni e Chiese chiedono ai vertici Rai di non far passare sotto silenzio l'aggressione mafiosa subita dalla giornalista del tg1 Maria Grazia Mazzola. A tutela della sua integrità e del diritto dei cittadini a essere informarti.

Una sorta di scorta civica per Maria Grazia Mazzola, la giornalista del tg1 che, il 9 febbraio, a Bari è stata aggredita e minacciata di morte da Monica Laera, moglie del boss Caldarola e lei stessa condannata per mafia nel 2004. A conclusioni delle indagini della dda di Bari che riconoscono le lesioni e l’aggravante mafiosa, sulla questione è quasi calato il silenzio. Solo pochi secondi dedicati dal Tg1 e nessun clamore mediatico. Proprio per questo oltre 450 tra associazioni, Chiese e semplici cittadini hanno firmato una petizione rivolta ai vertici della Rai perché non lasci sola la giornalista che, a breve, dovrà presentarsi come parte offesa al Tribunale di Bari proprio davanti al clan che l’ha aggredita e minacciata di morte. Tra i primi firmatari don Luigi Ciotti, presidente di Libera e fondatore del Gruppo Abele, Paolo Ricca, pastore valdese, padre Luigi Mezzadri, rettore della chiesa monumentale San Silvestro al Quirinale, Ivano De Gasperis, pastore evangelico e segretario dell’Ucebi, il dipartimento di evangelizzazione dell’unione cristiana evangelica battiste d’Italia, don Armando Zappolini, presidente del Cnca, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza.  

«Noi associazioni della società civile», si legge nella petizione, «ci rivolgiamo ai vertici della Rai a tutela della storia professionale dell'inviata speciale del Tg1 Maria Grazia Mazzola. Non vorremmo si ripetesse il rito di circondare di cortine fumogene una giornalista scomoda che divulga notizie sgradite ad ambienti della criminalità organizzata, penalizzandola oltretutto nella carriera professionale. L’arma della solitudine dei liberi e forti è stata troppe volte brandita nel nostro Paese».

«È compito dei giornalisti vigilare», prosegue il testo, «è dovere dei cittadini protestare, ma è anche obbligo della Rai – che dei cittadini è - tutelare chi, come Maria Grazia Mazzola, da trent’anni si occupa di mafie, con una informazione corretta senza appartenenze politiche, rischiando in prima persona».

La petizione è accompagnata da una lettera con la quale Lorenzo Ferraro, presidente dei Cavalieri di San Martino, a nome di tutte le 450 associazioni storiche della società civile esprime preoccupazione per l’incolumità della giornalista e si chiede se «la Rai le stia dandogli strumenti concreti di garanzia» e assicura, in attesa di una risposta dai vertici aziendali, di considerarsi «una scorta civica permanente a difesa di Maria Grazia Mazzola».

 
 
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