Abbandonare gli anziani è “peccato mortale”, perché non sono “scarti”.
Papa Francesco parla dei nonni nell’udienza del mercoledì, che dedica da alcune settimane alla famiglia. Legge un testo e inserisce a braccio molte frasi con particolare severità.
E perché tutti capiscano cosa vuol dire scartare gli anziani fa un esempio: “Una volta da bambino la nonna ci raccontava la storia di un nonno anziano che nel magiare si sporcava perché non poteva portare bene il cucchiaio alla bocca con la zuppa. Il figlio, cioè il papà della famiglia, aveva deciso di spostarlo dalla tavola comune e ha fatto un tavolino in cucina, così non faceva brutta figura quando gli amici venivano a pranzo o a cena. Pochi giorni dopo trovò il figlio piccolo che giocava con legno, martello e chiodi. 'Cosa fai?'. 'Faccio un tavolo, papà, per averlo quando tu diventi anziano, così puoi mangiare li”. I bambini”, ha quindi commentato hanno più coscienza di noi”.
Il Papa ha spiegato che una “civiltà” è tale “se c’è attenzione per l'anziano, se c’è posto per lui: questa società andrà avanti perché sa rispettare la saggezza, la sapienza. Ma se per gli anziani non c'è posto, se sono scartati, perché creano problemi, questa società porta con sé il virus della morte”.
Poi ha aggiunto che “in Occidente gli studiosi presentano il secolo attuale come il secolo dell'invecchiamento, i figli diminuiscono e i vecchi aumentano, questo sbilanciamento ci interpella, anzi è una grande sfida per la società contemporanea, eppure cultura del profitto insiste a far apparire gli anziani come un peso e una zavorra: non solo non producono, ma sono un onere, ed è brutto vedere gli anziani scartati”, ha detto il papa a braccio, “è cosa brutta ed è peccato. Non si osa dirlo apertamente, ma lo si fa “ è “c’è qualcosa di vile in questa assuefazione, siamo abituati a scartare la gente, perché vogliamo abolire la paura della fragilità, ma così facendo aumentiamo negli anziani la angoscia di essere abbandonati”.
Ha anche citato Benedetto XVI che “in visita ad una casa per anziani ha avuto parole chiare e profetiche”: “La qualità della civiltà di una società si giudica da come sono trattati gli anziani e dal posto loro riservato nel vivere comune”. Bergoglio a questo punto ha commentato: “ Se in una civiltà c’è attenzione e posto per l'anziano, quella civiltà andrà avanti, perché sa rispettare la saggezza, la sapienza; ma se gli anziani sono scartati perché creano problemi, questa società porta con sé il virus della morte”. Si è riferito anche ai progressi della medicina, che allungano la vita, ma ha ammonito non altrettanto “la società si è allargata alla vita” e così “il numero degli anziani si è moltiplicato ma le nostre società non si sono organizzate abbastanza per fare posto a loro con giusto rispetto e concreta considerazione per la loro fragilità e dignità”. Infatti fino a quando “siamo giovani siamo indotti a ignorare la vecchiaia, come fosse una malattia, una malattia da tenere lontano, ma quando siamo anziani, specialmente se poveri, soli, malati, sperimentiamo la luce di una società programmata sulla efficienza”.
Bergoglio ha parlato più volte degli anziani in questi due anni di pontificato, ma mai ha avuto toni tanto severi.