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martedì 17 settembre 2024
 
 

"Una vergogna chiamare madre una bomba!"

06/05/2017  La condanna di papa Francesco della Moab di Donald Trump, a pochi giorni dall'incontro in Vaticano. Dai migranti alle guerre, allo sfruttamento del lavoro, l'elenco lucido e appassionato dei drammi della nostra epoca..

E’ una vergogna assoluta chiamare madre una bomba. Papa Francesco parla ai giovani studenti italiani impegnati nel Coordinamento degli enti locali per la pace e condanna senza appello la MOAB, la cosiddetta “madre di tutte le bombe” fatta sganciare da Trump in Afghanistan lo scorso 13 aprile, l’ordigno non nucleare di dieci tonnellate più potente in dotazione all’arsenale americano. Per Francesco è tempo di affrontare e vincere senza paura “la cultura della distruzione” con la forza della mitezza.
Poi rivolge il pensiero alla violenza e alle guerre che sfigurano l’umanità: “Noi stiamo vivendo la tragedia più grande dopo la Seconda Guerra mondiale. Eh, è vero! C’è gente buona, ci sono cose buone nel mondo che non si vedono; ma il mondo è in guerra. Dite la parola voi, che siete la scuola della pace: dite: ‘Il mondo è in guerra’. Che se questo bombarda qui, ‘ma no, ma è un ospedale, una scuola, ci sono i malati, i bambini!’ – ‘Ah, non importa!’, e va la bomba. Poi, non so, io mi sono vergognato del nome di una bomba: ‘La madre di tutte le bombe’. Ma guarda, la mamma dà vita! E questa dà morte! E diciamo ‘mamma’ a quell’apparecchio? Che cosa sta succedendo?”.

Il Papa sottoline aanche la debolezza di molti leader internazionali. Non fa nomi, ma non è fuori luogo ricordare che il 24 maggio incontrerà Donald Trump in Vaticano. Arabia, Israele Vaticano: Il presidente americano ha programmato un viaggio negli Stati simbolo delle tre grandi religioni monoteiste del mondo, anche per dare un segno distensivo dopo una campagna elettorale improntata allo scontro, ai muri e alla divisioni. Ma papa Francesco non ha intenzione di fare sconti nemmeno in vista dell'arrivo di Trump.  Ed ammonisce che da una parte si chiede la pace, ma poi si producono e si trafficano armi. “Ci sono gli affaristi – ha detto – che vendono armi” a chi è in guerra e così loro guadagnano sulla morte degli altri.


Ancora, Francesco ha ricordato la tragedia dei migranti nel Mediterraneo e ha  denunciato il traffico della droga che distrugge tanti giovani. Ha anche sottolineato una volta ancora che al centro dell’economia ci siano i soldi e il potere invece dell’uomo, riferendosi in particolare alla piaga del lavoro nero, allo sfruttamento delle persone anche dei bambini: “‘Ma Padre, questo sarà là, in quel continente lontano o in quel Paese lontano!’. Qui! Qui, in Europa! Qui! Qui, in Italia! Qui! Si sfruttano le persone quando vengono pagate in nero, quando ti fanno il contratto di lavoro da settembre a maggio, poi due mesi senza e così non c’è continuità, e poi ricomincia a settembre: questo si chiama distruzione, questo si chiama – noi cattolici lo chiamiamo peccato mortale, lo sfruttamento”.

“Noi" conclude Francesco con grande amarezza, "stiamo distruggendo il regalo più prezioso che ci ha dato Dio: il Creato”. E' lunga la lista dei danni provocati dal consumismo "che porta ad esperimenti su piante e animali, al sorgere di malattie rare, a tristi fenomeni come la “Terra dei fuochi” o l’inquinamento del Mar Mediterraneo. E sempre a proposito di Trump Francesco conclude mettendo in guardia dal rischio di troppe parole e poco impegno dopo la Conferenza di Parigi sul cambiamento climatico. Quella che il presidente americano vuole trasformare in carta straccia.

 

 

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