Suor Cristina con il premio di The Voice of Italy (Ansa)
Un trionfo annunciato, quello di suor Cristina che ha vinto The Voice con un mix di bravura, intelligenza e spontaneità. Una marcia trionfale in sette mosse. Eccole:
-L’intesa con il suo coach, il rapper J-Ax, ha funzionato ed è stata perfetta sin dalla prima puntata quando l’ex Articolo 31 si è girato commosso per conoscere di chi era quella voce e poi ha detto: «Io e te insieme siamo imbattibili, siamo il Diavolo e l'acqua santa». Un feeling artistico che ha funzionato perché J-Ax con le sue uscite ha “protetto” la giovane religiosa dallo stress mediatico. E anche da alcuni attacchi immeritati e gratuiti...
-Il New York Times, dedicando a suor Cristina la prima pagina, le ha dato grande popolarità a livello internazionale e contribuito a moltiplicare i milioni di visualizzazioni su Youtube delle sue performance canore. Non è un caso che la sua vittoria finale abbia fatto il giro del mondo su tutti i media esteri
-Il canto di suor Cristina: travolgente, appassionato, autentico. Il momento clou è stato l’interpretazione davvero superlativa di No One di Alicia Keys nella prima puntata. Poi si è cimentata, con successo, con Livin’ on a prayer di Bon Jovi, un classico non proprio facilissimo. Ciliegina sulla torta il duetto con Kylie Minogue, davvero emozionante!
-La spontaneità che al pubblico a casa non è apparsa forzata o posticcia ma molto credibile. Compreso il fuori programma finale quando la giovane sorella ha invitato a recitare il Padre nostro sorprendendo positivamente e spiazzando un po’ il rito sempre uguale della proclamazione finale del vincitore.
-La destrezza e abilità nel gestire la pressione della ribalta e il clamore mediatico. Dote preziosa in vista dei prossimi mesi che si preannunciano cruciali con i nuovi impegni con la casa discografica Universal che le ha offerto un contratto per fare un disco.
-La bravura nell’aver portato inconsapevolmente alla ribalta un mondo forse un po’ sommerso ma ricco di talento artistico e freschezza che è quello dei religiosi impegnati nel mondo dell’arte, della canzone e del teatro e che, magari, non hanno l’occasione di andare in televisione e farsi conoscere anche al grande pubblico
-L’abito religioso. Una marcia in più per far conoscere il proprio talento