Promuovere e salvaguardare la dignità dell’uomo vivendo nella spiritualità e nella fraternità. È ciò che l’arcivescovo di Bari-Bitonto monsignor Francesco Cacucci ha indicato alla sua diocesi come strada da percorrere nell’anno del Giubileo. «La solennità della celebrazione ci suggerisce il modo in cui dovremmo vivere, puri e immacolati come la Vergine Maria», ha detto nell’omelia in occasione dell’apertura della Porta santa. «Per la nostra Chiesa diocesana il Giubileo è il preludio ad una esperienza di grazia e di fede. E questa Porta è un segno permanente del volto misericordioso del Signore e dell’accoglienza della sua Chiesa per poter esprimere quello che il Santo Padre auspica, ovvero che i luoghi sacri diventino isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza».
Nel cuore della città
La cattedrale è da sempre la chiesa madre di Bari. Situata nel cuore della città vecchia e sede dell’arcivescovo metropolita di Bari-Bitonto, si trova a poche centinaia di metri dalla basilica di San Nicola. Accoglie nel suo grembo materno i fedeli che arrivano anche dai quartieri moderni del capoluogo e persino da ogni parte del mondo. Un luogo di culto senza confini, pur nella presenza di una comunità parrocchiale molta attiva e impegnata nel centro storico.
L’apertura della Porta santa, avvenuta la sera del 12 dicembre scorso, ha irradiato la luce della carità e della speranza su questo avamposto dell’amore verso il prossimo. Le mura storiche ricche di arte della cattedrale e gli architravi delle sue porte accompagnano in un percorso interiore di fede.
Edificio antichissimo
La cattedrale sorge nello stesso luogo di un antico duomo bizantino distrutto nel 1156 dal re di Sicilia Guglielmo I detto il Malo, che rase al suolo l’intera città risparmiando solo la basilica di San Nicola.
Sotto gli Svevi, nel 1171, su quelle rovine l’arcivescovo Rainaldo avviò la ricostruzione dell’edificio nel suo attuale splendido stile romanico pugliese. La cattedrale venne poi consacrata a Santa Maria Assunta il 4 ottobre del 1292 e questo è il suo titolo ufficiale, sebbene comunemente sia indicata come duomo di San Sabino. Ancora oggi vi è venerata l’icona della Madonna Odegitria (che significa la madre che indica la via della salvezza), posta sull’altare maggiore della cripta dove il 26 febbraio del 1984 papa Giovanni Paolo II sostando in preghiera procedette alla sua incoronazione. Nella cripta sono conservate anche le reliquie di san Sabino, vescovo di Canosa, traslate nel 950 dalla città ofantina.
Il duomo di Bari vive nella storia della sua gente e del suo territorio. Una comunità ecclesiale che è sempre stata attenta e aperta al mondo diventando evangelizzatrice e missionaria nella carità, nell’annuncio della Parola e nella cittadinanza attiva. Un forte impulso pastorale, sulla scia dei suoi predecessori Enrico Nicodemo e Anastasio Ballestrero, lo diede monsignor Mariano Magrassi, nominato arcivescovo di Bari da papa Paolo VI nel 1977.
Comunità accogliente
Seguendo l’esempio della compassione di Gesù di fronte all’emarginazione, egli costruì le basi per un grande progetto di solidarietà a sostegno degli ultimi e dei più deboli. Collegata alla cattedrale, venne così realizzata nel 1978 la mensa di San Giacomo per i poveri e i senza fissa dimora che è stata poi sostituita un paio di anni fa da una struttura più moderna e confortevole nei pressi della chiesa di Santa Chiara. La nuova sala-refettorio della Caritas, inaugurata il 21 ottobre del 2013, è dotata di 150 posti e funziona regolarmente quattro giorni alla settimana per la distribuzione dei pasti. Due volte al mese, invece, i volontari portano in stazione la cena per circa 200 persone che non hanno cibo, una casa, un tetto.
L’insegnamento pastorale di monsignor Magrassi ha contribuito ad avviare già dagli anni Ottanta l’oratorio di strada che ancora oggi è un punto di riferimento soprattutto per i ragazzi della città vecchia che si trovano in situazioni di marginalità sociale: tante le attività svolte, come doposcuola, laboratori e sport.
«La Porta santa ci avvicina al mistero di Dio», sottolinea il parroco monsignor Franco Lanzolla. «È Maria Odegitria che ci guida sulla strada di Gesù, che ci accoglie e ci conduce al Padre. Un cammino spirituale intenso per aprirci agli altri, all’uomo che ha bisogno di umanità e di aiuto seguendo la traccia di Dio, al fratello che ha bisogno di comprensione e di perdono». Tra le attività sostenute dalla parrocchia del duomo ci sono anche l’ambulatorio socio-sanitario per assistere gli anziani e i poveri, il servizio di ginecologia per le prostitute, le docce riservate ai senza fissa dimora, il gruppo Abramo e Sara nato come centro di aggregazione e di sostegno spirituale, relazionale e culturale per le persone anziane rimaste sole.
La parrocchia, come ripete don Lanzolla, nell’Anno santo «accoglie attraverso la Porta della misericordia non solo chi ha bisogno ma anche i fratelli di tante altre parrocchie dislocate nella città per una comunione nella fede e nella liturgia della Parola».
IN DIOCESI ALTRE 5 PORTE
Sono cinque le altre Porte sante dell’arcidiocesi di Bari-Bitonto aperte nell’anno del Giubileo della misericordia: la basilica pontificia di San Nicola e la basilica pontificia di Santa Fara a Bari, la concattedrale e la basilica dei Santi Medici a Bitonto, la basilica della Madonna del Pozzo a Capurso.
In particolare, l’apertura della Porta santa della basilica di San Nicola (foto sopra), anch’essa nel cuore di Bari vecchia, ha visto la partecipazione di moltissimi fedeli raccolti in preghiera come in occasione della festa del santo patrono della città, che si tiene ogni anno dal 7 al 9 maggio. Ha colpito il significativo messaggio dell’arcivescovo Cacucci: «In questo anno giubilare prendiamo un impegno concreto, quello di superare l’evasione fiscale. Pagare è un dovere di tutti. Ce lo insegna Gesù con la famosa frase “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”». La basilica sin dal 1951 è affidata ai Domenicani che in quest’anno particolare celebrano l’ottavo centenario del loro ordine dei Frati predicatori, fondato da san Domenico.
COME ORGANIZZARE LA VISITA
La cattedrale di San Sabino si trova nel cuore della città vecchia in piazza Odegitria.
ORARI E CELEBRAZIONI
La Porta santa della cattedrale resta aperta tutti i giorni dalle 8 alle 20. Le Messe nei giorni feriali sono alle 8.30 e alle 19 mentre la domenica e i giorni festivi alle 10, 11.15 e 19. Confessioni dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 12 e dalle 16.30 alle 18.30. Il servizio della Riconciliazione viene svolto da quattro canonici.
PER IL GIUBILEO
È stato predisposto in cattedrale un «Itinerario giubilare del pellegrino», da seguire sia personalmente che in gruppo (accoglienza e raduno sul sagrato). Sono sei le tappe della misericordia: la Porta santa, il battistero con il crocifisso, l’ambone, il confessionale, l’altare e l’icona della Madonna Odegitria. Per i gruppi che vogliono seguire l’itinerario, usufruendo anche delle guide, è gradita la prenotazione (tel. 080/52.10.605).