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domenica 20 aprile 2025
 
 

Rossella Urru, l'incubo è finito

18/07/2012  Finalmente libera la cooperante italiana. Gianfranco Cattai, presidente di Focsiv e Aoi: "Il Sahel oggi è una regione particolarmente difficile per la cooperazione internazionale".

Rossella Urru è finalmente libera. La giovane cooperante sarda, che lavorava per il Cisp (Comitato italiano per lo sviluppo del popoli) e coordinava il campo profughi per rifugiati saharawi nei pressi di Tindouf, nel deserto algerino, lo scorso ottobre era stata sequestrata insieme a due cooperanti spagnoli. E' stata rilasciata dal Movimento per l'unità e il jihad in Africa occidentale nei pressi di Timbuctù, in Mali. «La liberazione di Rossella Urru ci dà un'enorme felicità», è il primo commento di Gianfranco Cattai, neopresidente della Focsiv  (la più grande federazione italiana di organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana) e presidente dell'Associazione delle Ong italiane (Aoi).

«La Urru, insieme a tantissimi altri volontari, uomini, donne, giovani, rispondono alla'appello di aiuto di una terra, il Sahel, dove non c'è nessuno», spiega Cattai. «Come ha ricordato di recente il ministro della Cooperazione Riccardi, l'area saheliana, e in particolare il Mali, rappresenta il nuovo Afghanistan. Noi cooperanti siamo particolarmente attenti a questa zona del mondo, che negli ultimi anni ha subìto un'evoluzione: fino a una decina di anni fa, infatti, il Sahel non presentava pericoli». E aggiunge: «Come Focsiv siamo impegnati in 81 Paesi del mondo con più di 600 interventi. Quest'ampia regione, dal Sahel fino al Senegal, per le associazioni oggi è un'area di intervento prioritaria». Attualmente nei Paesi dell'area lavorano 23 Ong (il 35% delle Ong socie) con la realizzazione di 100 progetti, circa il 15% in corso.

Dopo il colpo di Stato avvenuto lo scorso marzo, il Mali oggi vive una situazione politico-sociale di grave instabilità e insicurezza: più di 360mila persone sono state costrette ad abbandonare le loro case, di queste il 59% sono bambini. La precarietà politica aggrava enormemente una condizione di vita già molto difficile: come denuncia Save the children, in tutta l'Africa occidentale 18 milioni di abitanti stanno vivendo un'allarmante crisi alimentare, che colpisce in modo particolare il Mali (4,6 milioni di persone). Qui, oltre un milione di bambini è a rischio di malnutrizione acuta grave.

Anche Medici senza frontiere lancia l'allarme Sahel: in questa regione - come ha spiegato Michel-Olivier Lacharité, responsabile dei progetti di MSF in Mali, Niger e Ciad - le crisi alimentari sono ricorrenti e cicliche, ma quest'anno altri fattori hanno reso la malnutrizione ancora più elevata del solito. Questi fattori sono i prezzi di mercato più alti, l'instabilità politica nel Nord del Mali e in Nigeria e un'epidemia di morbillo nel Ciad orientale.

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