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mercoledì 23 aprile 2025
 
 

Monsignor Kurtz presidente dei vescovi

13/11/2013  L'arcivescovo di Louisville eletto al primo scrutinio. I vescovi degli Stati Uniti hanno scelto anche il nuovo vicepresidente: è il cardinale Daniel DiNardo. Entrambi sono considerati "centristi moderati".

Monsignor Joseph Kurtz, 67 anni, arcivescovo di Lousville, nel Kentucky, è stato eletto presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), sempre più protagonista della storia della Chiesa.   Monsignor Kurtz, in carica fino al 2016, prende il posto del cardinale Timoty Dolan, arcivescovo di New York, di cui è stato il vice, alla guida dell'United States conference of catholic bishops, chiamata a far sintesi tra le varie anime della multiforme comunità cattolica nordamericana, circa 69 milioni di fedeli che rappresentano un quarto della popolazione complessiva degli Usa.

Nel corso della stessa sessione, svoltasi a Baltimora, i vescovi degli Stati Uniti hanno scelto  anche il nuovo vicepresidente: è il cardinale Daniel DiNardo, 64 anni, arcivescovo della diocesi di Galveston-Houston, in Texas.  Entrambi sono considerati "centristi moderati", attestati sulle posizioni più classiche del Magistero in campo etico, ma in campo sociale molto sensibili.    I commentatori non si aspettano nè arroccamenti nè fughe in avanti.


Monsignor Jospeh Kurtz  ce l'ha fatta al  primo scrutinio: ha ottenuto centoventicinque voti su duecentotrentasei aventi diritto. Staccati gli altri candidati, dieci in tutto. Con questa tornata elettorale si  ritorna alla tradizione di eleggere alla  massima carica colui che nel triennio precedente aveva fatto da numero due. Una regola che non era stata però osservata tre anni fa, quando Dolan ebbe la meglio sul vescovo di Tucson, che era stato ausiliare del cardinale di Chicago Joseph L. Bernardin, autorevole punto di riferimento dell'ala «liberal». John Allen, il vaticanista del National Catholic Reporter, definisce il neoeletto un uomo «pragmatico, capace di aggiustare la rotta alla luce della nuova direzione impostata a Roma».

Parlando come presidente uscente dei vescovi Usa, il cardinale Timoty Dolan ha affermato che la difesa della causa della libertà religiosa in patria e nel mondo  è oggi la priorità della Chiesa negli Stati Uniti. Nel suo ultimo discorso alla guida della Usccb, l’arcivescovo di New York ha indicato le iniziative che l’episcopato americano potrebbe prendere per difendere questo principio fondamentale diventato una «questione sociale e politica centrale del nostro tempo». «Come pastori di una delle comunità di fede più fortunate del nostro pianeta, che hanno parlato con convinta unità in difesa della nostra libertà religiosa, dobbiamo diventare la voce dei cristiani la cui vita è oggi a in pericolo, perché non possiamo permettere che le nostre battaglie in patria per la libertà religiosa oscurino la violenza inflitta ai cristiani altrove».

Una violenza - ha evidenziato il cardinale Dolan, citando come esempi la guerra civile in Siria e le violenze anti-cristiane in Egitto, India, Nigeria e nell’isola di Zanzibar, in Tanzania - che ci fa dire, come il beato Giovanni Paolo II, che la nostra è diventata «una nuova era di martiri». Di qui la necessità di agire.

All’assemblea della Conferenza episcopale degli Usa ha portato il suo saluto anche il nunzio apostolico negli Stati Uniti d'America, monsignor Carlo Maria Viganò. Al centro del suo intervento - rende noto Radio Vaticana - i richiami di papa Francesco per una Chiesa povera, costruita sull’amore di Cristo e improntata a uno stile di vita coerente con la fede. «Questo - ha sottolineato il presule - è la strada maestra per sensibilizzare la nostra gente sulla verità del nostro messaggio».

All’ordine del giorno dei lavori della plenaria, oltre al tema della tutela della libertà religiosa e dei valori fondamentali, tra cui il matrimonio tradizionale,
c'erano anche altri argomenti come l’adattamento e la revisione di alcuni testi liturgici, la presentazione di una proposta per la pubblicazione di un documento sulla pornografia, l’individuazione di nuove strategie pastorali e il rinnovamento di diverse cariche direttive e l’approvazione del bilancio preventivo del 2014.

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