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domenica 09 febbraio 2025
 
stati uniti
 

Basta aiuti allo sviluppo nel mondo, Donald Trump smantella Usaid

04/02/2025  La nuova amministrazione Usa ha commissariato l'agenzia federale che dal 1961 finanzia e sostiene programmi umanitari all'estero in tanti settori, dalla sanità ai diritti umani, dalla sostenibilità ambientale all'assistenza ai Paesi in conflitto

Era la più grande macchina al mondo di aiuti civili e programmi di assistenza umanitaria all'estero. Invce ora, nella visione di Donald Trump, è una struttura «gestita da un gruppo di pazzi estremisti di sinistra radicali». E come tale va demolita. O almeno per il momento sottoposta al diretto controllo della nuova amministrazione americana. Così Usaid (United States agency for internazional development), l'agenzia federale americana per gli aiuti internazionali allo sviluppo, è stata commissariata, il segretario di stato Marco Rubio che ne ha assunto la direzione ad interim, con l'idea di farla rientrare all'interno del Dipartimento di Stato Usa, semplicemente perché per chiudere l'agenzia, che è sempre stata indipendente, fin da quando è stata istituita nel 1961 dall'allora presidente John F. Kennedy. il Governo Usa avrebbe bisogno del voto del Congresso.

La politica dell'"America first" ha portato il neopresidente a firmare tra i primi ordini esecutivi quello che congela i fondi stanziati per gli aiuti internazionali per il momento per 90 giorni. E adesso anche l'agenzia è a rischio. Ad annunciarne il prossimo smantellamento è stato Elon Musk, al quale Trump ha affidato la guida del Doge, il Dipartimento per l'efficienza governativa, incaricato di tagliare le spese federali. Il sito dell'agenzia (www.usaid.gov) non è più accessibile e ai dipendenti è stato chiesto di restare a casa.

Nata nel pieno dell'era della Guerra fredda, Usaid era stata pensata come uno strumento attraverso il quale l'America potesse contribuire in modo determinante allo sviluppo di società democratiche in tanti contesti globali, fornendo assistenza in più di cento Paesi - dal Bangladesh al Burkina Faso, da Haiti al Nepal, dal Kenya al Myanmar - in molteplici settori, dalla lotta alla povertà, alla difesa e promozione dei diritti umani e del diritto all'istruzione, dalle campagne di vaccinazione alla sicurezza alimentare, dalla sostenibilità ambientale all'accesso all'acqua potabile, dall'intervento nelle emergenze come le catastrofi naturali agli aiuti nei conflitti. Nel 2023 l'agenzia ha erogato 72 miliardi di dollari in tutto il pianeta - per interventi come quelli in favore della salute delle donne nelle zone di guerra, per l'accesso all'acqua pulita, per i trattamenti per l'Hiv/Aids, per la sicurezza energetica, per le attività anti-corruzione - fornendo il 42% di tutti gli aiuti umanitari monitorati dall'Onu nel 2024.

Usaid conta su uno staff di 10mila dipendenti, due terzi dei quali lavorano all'estero. L'agenzia ha sedi in più di 60 Paesi e il suo lavoro sul campo è portato avanti principalmente da organizzazioni locali che ricevono e gestiscono i finanziamenti di Usaid. Buona parte del budget viene destinato a programmi nel campo della salute e la maggior parte degli aiuti sono rivolti al continente asiatico, ai Paesi dell'Africa sub-sahariana e all'Europa, in modo particolare negli ultimi tre anni all'Ucraina in guerra. Lo stop agli aiuti allo sviluppo provocherà inevitabilmente un terremoto al livello globale. Senza gli aiuti erogati dagli Stati Uniti - primo Paese al mondo per spesa in aiuti umanitari - tanti progetti in molti Paesi non potranno essere portati avanti e dovranno subìre una battuta d'arresto, a partire dalla ricerca medica e scientifica.  

(Foto Reuters: l'insegna di ceramica di un progetto di Usaid promosso a Hebron, in Cisgiordania, nel 2019)

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