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domenica 06 ottobre 2024
 
il caso
 

Utero in affitto e coppe gay, l'Europa "condanna" l'Italia

31/03/2023  L’emendamento, inserito all’ultimo momento in una risoluzione sullo Stato di diritto, non ha valenza giuridica e sollecita il governo italiano a ritirare la circolare sulla registrazione dei figli delle coppie omosessuali. Favorevoli Socialisti, Verdi, macroniani di Renew e una parte del Partito Popolare europeo che si è spaccato

La commissaria per l'inclusione e l'uguaglianza Helena Dalli
La commissaria per l'inclusione e l'uguaglianza Helena Dalli

Un blitz che ha tanto il sapore della strumentalizzazione politica ed è un’entrata a gamba tesa su un tema spinosissimo che incrocia diritto ed etica, meriterebbe ben altro modo di essere affrontato e, fino a prova contraria, è di competenza dei singoli stati membri dell’Unione.

Il Parlamento europeo ha censurato giovedì il governo italiano per la recente circolare del ministro dell’Interno Piantedosi che ha bloccato le registrazioni all'anagrafe dei figli di coppie gay, effettuate da alcuni sindaci. Una condanna inserita all’ultimo minuto in un emendamento alla risoluzione relativa al rapporto sullo Stato di diritto nell’Ue 2022.

A proporlo il gruppo di Renew, i liberali-macroniani, con il sostegno di Socialisti e Democratici e Verdi. Un emendamento approvato per alzata di mano a larghissima maggioranza, con i Popolari spaccati: nettamente contraria la delegazione di Forza Italia, a favore invece quelle dei Paesi nordici e del Portogallo e una parte dei tedeschi della Cdu, il partito di Ursula von der Leyen. Una scelta rivelatasi decisiva per l’approvazione dell’emendamento. Contrarie anche le delegazioni di Fratelli d’Italia e Lega.

Il Parlamento Europeo, si legge, «condanna le istruzioni impartite dal governo italiano al comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali; ritiene che questa decisione porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli; ritiene che tale azione costituisca una violazione diretta dei diritti dei minori, quali elencati nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989; esprime preoccupazione per il fatto che tale decisione si iscrive in un più ampio attacco contro la comunità Lgbtqi+ in Italia; invita il governo italiano a revocare immediatamente la sua decisione».

L’emendamento è arrivato il giorno dopo il dibattito in aula, mercoledì sera, sulla vicenda, con una chiara presa di posizione, peraltro, della Commissione Europea. «Tutti i bambini hanno diritto agli stessi diritti, a prescindere da come sono stati concepiti», aveva avvertito la commissaria per l’inclusione e l’uguaglianza Helena Dalli. L’emendamento, che non ha alcun valore giuridico, passa completamente sotto silenzio la pratica della maternità surrogata per la quale occorrerebbe una condanna europea molto netta e, soprattutto, parla di “ampio attacco contro la comunità Lgbtqi+” quando è chiaro da anni ormai che una parte importante di quel mondo, come ad esempio Arcilesbica e altre organizzazioni di famiglie arcobaleno, sono radicalmente contrarie all’utero in affitto perché lo considerano uno sfruttamento del corpo della donna per soldi.

E mentre le opposizioni a Bruxelles invitano il governo Meloni a ritirare la circolare perché «isola l'Italia» (i Dem Piero De Luca e Cecilia d'Elia), perché porta nel mondo «la cartolina di un’Italietta da anni 50» (Debora Serracchiani), Lucio Malan di Fratelli d’Italia accusa l'Europarlamento di voler sdoganare «la maternità surrogata». Il vicepremier Antonio Tajani e il capogruppo dei Conservatori Nicola Procaccini ricordano che c'è una legge italiana che vieta le trascrizioni dei certificati di nascita esteri di coppie omogenitoriali, confermata dalla Cassazione (da ultimo il 3 novembre 2020), che nelle sue sentenze suggerisce di ricorrere all'adozione speciale.

«Le leggi vanno sempre rispettate piaccia o non piaccia», ha detto Tajani, «se c'è la forza di cambiarle lo deve fare il nostro Parlamento». Soddisfatto il sindaco di Milano Giuseppe Sala: «Io – ha dichiarato - e tanti altri sindaci non ci arrendiamo alla protervia di chi nega persino un incontro su un tema delicato con cui abbiamo a che fare nella nostra città. Ieri (mercoledì ndr) sono stato all'Europarlamento a Bruxelles per sollecitare la richiesta di un dibattito» sul “caso Italia”.

Sulla questione della trascrizione all’anagrafe dei figli nati con l’utero in affitto la Corte Costituzionale ha ribadito il divieto di ricorrere alla maternità surrogata indicando al contempo al legislatore in via esemplificativa gli ambiti su cui intervenire come una nuova tipologia di adozione che garantisca tempestivamente la pienezza dei diritti dei nati. A tutt’oggi, comunque, è previsto il riconoscimento del minore attraverso l’istituto dell’adozione “speciale”. Vale a dire che, pur vietata in Italia la maternità surrogata, è in capo al magistrato decidere caso per caso.

 
 
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