Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 19 giugno 2025
 
Il caso
 

Utero in affitto, il caso in Nebraska della donna di 61 anni

08/04/2019  È su tutti i giornali il caso della donna di 61 anni che ha partorito una bimba per il figlio gay. Sono sempre più frequenti le aberranti iniziative che scindono la genitorialità biologica da quella gestazionale e da quella affettiva. Non tenendo conto di alcuni dati scientifici. «Come il riconosciuto e fondamentale legame tra un bambino e la mamma che lo porta in grembo», spiega Grazia Attili docente di Psicologia sociale

(Foto in testata dal profilo Facebook di Elliott Dougherty. Lui e Matthew Eledge, una coppia gay, sono i genitori della piccola Uma Louise, concepita tramite fecondazione in vitro. La sorella di Elliot, Lea Yribe, ha donato gli ovuli, la madre di Matthew, una donna di 61 anni, ha portato avanti la gravidanza. Il loro caso sta facendo discutere il mondo).

Le iniziative sempre più frequenti che scindono la genitorialità biologica da quella gestazionale e da quella affettiva non tengono conto di alcuni dati scientifici su come avviene lo sviluppo di un bambino e di cosa  è importante per il suo benessere. La separazione di un bimbo, dopo il parto, dalla madre che lo ha generato implica, infatti,  non considerare che la costruzione di un legame affettivo, quello che viene detto legame di attaccamento, inizia già all’interno dell’utero. Il feto sente la voce della madre, ne percepisce i cambiamenti di umore, addirittura ne sente il contatto  tutte le volte che la madre tocca o accarezza la pancia. In altri termini, già durante la gravidanza un bimbo “riconosce” la madre e le si attacca. La madre, inoltre, influenza la formazione dei circuiti cerebrali del suo bambino e attraverso i suoi diversi stati mentali ed emotivi, già in questa fase, ha un impatto su come si svilupperà la sua personalità. E’ come se il piccolo ricevesse un’impronta dalla propria madre durante i nove mesi di gravidanza. Togliere un piccolo alla madre che lo ha partorito significa, quindi, produrre la rottura di un legame affettivo importante, una rottura che, anche se apparentemente non lascia segni, in effetti ha delle ripercussioni a lungo termine, più o meno latenti, sulla vita di un individuo.

 Sono da considerare, inoltre, le reazioni di dolore e di sperdimento che un bambino può provare nel momento in cui gli viene rivelato che la propria madre lo ha partorito ma poi lo ha ceduto ad un’altra persona. Gli effetti sul senso del proprio valore e sul livello di autostima sono inevitabili. Si tratta delle reazioni che vengono riscontrate nei bambini adottati, ai quali è necessario far elaborare il lutto di non essere stati voluti o tenuti dalla propria madre, al di là, delle ragioni per le quali questo è avvenuto, ragioni che in alcuni casi sono comprensibili ma difficili da accettare.

Un’ultima considerazione che spinge a ritenere discutibile la pratica dell’”utero in affitto”, più o meno a pagamento, riguarda le reazioni della madre “gestazionale”. Un utero non è un scatola vuota priva di connessioni con l’intero corpo, mente e affettività  di una donna. Una donna “sente” il bambino durante la gravidanza e si lega a lui in quei nove mesi. Togliere un piccolo alla madre, dopo il parto, anche lì dove la donna è consenziente, produce inevitabilmente dolore, e di conseguenza alterazioni dell’umore e della condotta.

Queste considerazioni non sono spia né di sessismo né di omofobia, ma purtroppo queste “etichette” vengono spesso utilizzate per impedire la diffusione delle conoscenze su come e su cosa  garantisce uno sviluppo umano ottimale. 

Grazia Attili è Professore Ordinario ed Emerito di Psicologia Sociale, Sapienza Università di Roma. Autrice del saggio "Attaccamento e Legami: La Costruzione della Sicurezza", edito San Paolo 

Attaccamento e legami. La costruzione della sicurezza di Grazia Attili su Sanpaolostore.it

Tutta la nostra personalità, dalla culla alla tomba, è influenzata dalla qualità delle relazioni di cui abbiamo fatto esperienza da piccoli. Avere avuto una madre e un padre pronti a soddisfare il nostro bisogno di contatto e protezione è fondamentale

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
19

Stai visualizzando  dei 19 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo