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domenica 13 ottobre 2024
 
 

Quando la vacanza è... sacra

31/07/2011  Sono sempre più numerosi i giovani e le famiglie che approfittano dell'estate per ritemprarsi pregando e riflettendo sulla Parola di Dio. Il sociologo Riccardo Grassi, spiega che...

Le tante esperienze che stanno fiorendo o si stanno consolidando nel nostro Paese e che vedono le famiglie protagoniste di una ricerca di momenti forti di ricarica spirituale, sono uno dei segni più significativi dei cambiamenti in corso nel rapporto tra gli italiani e la fede.

     Al di là delle appartenenze tradizionali (parrocchie, movimenti, associazioni di impegno socio-politico) aumentano, sia tra i giovani che tra le famiglie, le richieste di vivere momenti di forte intensità emotiva e spirituale, in luoghi riservati, lontani dall’ordinario che aiutino ad avvicinarsi in maniera quasi fusionale ad una dimensione di sacralità. La relazione con il sacro, non appartiene più solo alla sfera dei precetti e delle regole, a quella della partecipazione ai riti o all’impegno socio-educativo, ma si sta muovendo sempre di più verso una esperienza che mette in gioco tutta la persona, stimolando la dimensione culturale, quella intellettuale, quella emotiva, quella relazionale…

     L’accesso ad esperienze a forte intensità di sacro nasce da richieste e percorsi individuali diversi. Da una parte ci sono cristiani impegnati attivamente nella vita delle loro comunità ed associazioni, che cercano dei momenti di ricarica fisica e spirituale per affrontare un nuovo anno sociale; dall’altra si incontrano persone in ricerca (non necessariamente credenti e non necessariamente cristiane), interessate ad esplorare, senza impegni di lungo periodo la dimensione della fede e della spiritualità. Sommersi dalla routine, in crisi rispetto alle appartenenze tradizionali, gli italiani sembrano modificare la propria domanda di sacro e le modalità di ricerca di un rapporto con Dio, concentrando in pochi momenti forti le proprie esperienze di spiritualità.

     L’estate, da questo punto di vista, rappresenta una occasione preziosa e alcune proposte portate avanti da comunità, diocesi e movimenti religiosi sono in grado di intercettare questa domanda, offrendo ai nuovi pellegrini la possibilità di soddisfare il proprio bisogno religioso in un contesto ambientale che soddisfa anche le esigenze di relax e di bellezza, ricercate da chi vuole momenti di vacanza.

     L’offerta di “vacanze sacre”, da questo punto di vista soddisfa una domanda crescente di chi cerca nella vacanza l’occasione non solo per riposare, ma anche per poter approfondire interessi e competenze attraverso esperienze che la routine quotidiana non permette. Ecco allora che a fianco delle vacanze avventura, di quelle sportive, di quelle culturali, l’offerta di vivere un approfondimento del proprio rapporto con il sacro e con la religione trova terreno fertile, soprattutto per chi sente il bisogno di allontanarsi da vacanze all inclusive, dominate dai balli di gruppo e dai buffet aperti 24 ore su 24.

     L’esperienza circoscritta, a forte intensità emotiva, ma che non richiede poi l’assunzione di un impegno costante e duraturo all’interno di una organizzazione (parrocchia, associazione, movimento), soddisfa bene i criteri di una esperienza religiosa sempre più individuale e frammentata che si intreccia con una pluralità di scelte e di vissuti individuali, dando vita a carriere di fede molto più tagliate attorno alla biografia individuale che attorno ai percorsi tradizionali di formazione ed educazione cristiana.

     Con il tempo, molte di queste occasioni, diventano veri e propri punti di riferimento per i singoli individui e le famiglie, in cui ritrovarsi, fare il punto rispetto alla propria vita e al proprio cammino individuale, confrontarsi con padri spirituali che aiutino a reindirizzare le scelte per il futuro. In tutto questo proprio la sacralità dei luoghi, la loro capacità di offrire separatezza rispetto agli spazi e ai tempi della vita quotidiana, rappresentano un elemento essenziale, un fattore di contesto che aiuta a ridisegnare i confini di una esperienza breve, ma che porta frutti a lungo.

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