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sabato 05 ottobre 2024
 
SALUTE
 

Vaccini. Non è il momento di fare allarmismi

02/04/2014  I vaccini sono davvero legati all'insorgere dell'autismo? Il dibattito, in ambito scientifico, dura da anni. La procura di Trani ha avviato un'indagine contro ignoti a seguito della denuncia di due famiglie. Il Ministro della Salute ricorda che senza i vaccini, molti bambini morirebbero e che non sono i Tribunali a dover stabilire la validità scientifica.

Molteplici e opposte le reazioni alla notizia che la Procura di Trani ha avviato un’indagine contro ignoti per “lesioni colpose gravissime” a seguito della denuncia di due famiglie sulla possibile correlazione tra vaccino pediatrico trivalente (anti morbillo, parotite e rosolia) e reazioni di tipo autistico o altro, come per esempio il diabete mellito. La denuncia è stata sporta dai genitori di due minori ai quali è stata diagnosticata una sindrome autistica ad insorgenza post vaccinale.

A livello scientifico, il dibattito dura da anni. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, «i dati epidemiologici disponibili non mostrano nessuna evidenza di correlazione tra il vaccino trivalente per morbillo, rosolia e parotite e l'autismo, e lo stesso vale per ogni altro vaccino infantile. Studi commissionati dall'Oms hanno inoltre escluso ogni associazione con gli adiuvanti al mercurio usati in alcune formulazioni».

«Sui vaccini non è il momento di fare allarmismi, per evitare che un calo nelle vaccinazioni metta a rischio i bambini», è stato il forte appello del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin in risposta alla notizia. «La situazione è complessa - ha proseguito - abbiamo un fascicolo della procura, ma anche una mole di rapporti dell'Oms e un grosso lavoro dell'Istituto Superiore di Sanità e della scienza che non vanno in questa direzione. Le evidenze scientifiche non le fanno i tribunali. Il ministero non può che confermare i numerosissimi studi clinici epidemiologici e quelli di organismi internazionali che escludono qualsiasi correlazione tra vaccino trivalente e autismo». Secondo il Ministro, sarebbe molto più dannoso lasciar passare il messaggio di non fare più vaccinazioni. «Ricordiamoci che senza vaccinazioni di massa milioni di bambini muoiono», ha aggiunto. «Servono dati certi prima di fare campagne contro i vaccini». A sostegno del Ministro, la Società italiana di Pediatria (Sip) che sottolinea «il pericolo che le persone smettano di vaccinare i bambini, con un impatto forte sulla salute pubblica. ll fatto che alcuni diano come acquisita una correlazione che scientificamente non è provata rischia di ridurre le copertura vaccinali, con il pericolo concreto che possano riemergere malattie gravi a oggi quasi scomparse». Ai fini di evitare qualsiasi ricaduta, la Sip, insieme alla Società italiana di Igiene ed alla Federazione pediatri Fimp, avvierà  a breve una campagna di sensibilizzazione sulle vaccinazioni chiedendo al Ministero della Salute di farne parte.

Non è dello stesso parere il Codacons che ha criticato duramente le affermazioni del Ministro. «Forse la Lorenzin dovrebbe informarsi meglio prima di rilasciare dichiarazioni alquanto temerarie - spiegano in una nota - perché la somministrazione polivalente dei vaccini  come avviene nel nostro Paese, nonostante solo 4 vaccini pediatrici siano obbligatori per legge, non è affatto esente da rischi per la salute dei bambini, per il rischio che comporta di danni da sovraccarico e shock del sistema immunitario. Le evidenze scientifiche sono tutt'altro che compatte nel riconoscere l'assoluta bontà dei vaccini. Per tale motivo, a tutela della salute dei cittadini e sulla scia dell'indagine aperta a Trani, presenteremo un ricorso al Tar del Lazio per sospendere la somministrazione del vaccino esavalente e limitare la fornitura ai soli 4 previsti dalla legge, con risparmi pari a 114 milioni di euro annui per la collettività».

Il messaggio da dare alle famiglie, secondo il presidente Codacons Carlo Rienzi, è che «le vaccinazioni non obbligatorie non vanno fatte, perché potenzialmente pericolose e perché costituiscono solo un business per la lobby delle aziende farmaceutiche».

 
 
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