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Pellegrinaggi o Messe? «Scelgo i primi, ecco perchè»

31/10/2013  Milanese, 19 anni, studentessa universitaria: non ha messo da parte Dio, ma non partecipa più alle celebrazioni eucaristiche nè alla vita parrocchiale. E' andata a piedi a Santiago de Compostela. Così racconta la sua sete d'assoluto.

Da qualche tempo non va più a Messa, né frequenta più la parrocchia, ma quest’estate ha scelto di affrontare il Cammino di Santiago a piedi, assieme alla madre, e ne  è stata affascinata.   Maddalena, 19 anni, milanese, studentessa all’accademia delle Belle Arti di Brera, una passione per la recitazione e  un impegno da sempre nei gruppi parrocchiali, ha deciso di coltivare la sua spiritualità in modo diverso, non istituzionale, ma più “suo”.

«Ho scelto di fare la pellegrina sul cammino di Santiago perché ne avevo sentito parlare in modo entusiastico dagli amici e le mie attese non sono state tradite. Sentivo di aver bisogno di trovare uno spazio diverso per poter riflettere anzitutto su di me, su quello che voglio fare del mio futuro, in un momento critico, di passaggio, alla fine di un ciclo scolastico. E questo spazio l’ho trovato pienamente». 

Una delle molle che ha spinto la giovane al cammino è la necessità di “diventare se stessi” in autonomia, ricerca più difficile nella nostra società rispetto che in tempi passati. «Ho voluto farlo non tanto da "cattolica", ma da persone in ricerca spirituale», aggiunge Maddalena, «scoprendo  un senso di comunità e di fratellanza che non avevo trovato in esperienze di comunità parrocchiale nella mia città.  Ho capito - nell’incontro con gli altri pellegrini - che si può portare anche "le pietre’ degli altri", condividerne il peso. Ed è bello capire che la condivisione esiste davvero. Ero sola a camminare fisicamente, ma non ero mai sola in realtà».

Ma è più importante il tragitto o la meta  in un pellegrinaggio? «Assolutamente il tragitto. Una volta arrivata mi sono chiesta: e adesso? Vorrei camminare ancora. Porterò la mia pietra anche nello zaino per le strade di Milano. E ho scoperto che anche gli altri provano quello che ho provato io.  In parrocchia  un’esperienza del genere non l’avevo mai fatta. I gruppi sono chiusi in se stessi e se vieni da fuori, non riesci mai a inserirti del tutto. Ho sperimentato molta più fratellanza nel Cammino. Così un bel giorno mi sono detta: la mia fede? La cerco da me».

E la Messa? «Da quando in un viaggio africano ho potuto partecipare a una celebrazione in Kenya, mi sono resa conto  di quanto siano povere, sterili e fredde le nostre messe. Laggiù non c’è nulla di didascalico, di scolastico, di recitato a memoria. Lì mi sono sentita parte di una comunità anche se non conoscevo nessuno».  Maddalena, però, continua la sua ricerca spirituale. Non ha messo da parte Dio. «Ricerco l’io e il rapporto che c’è tra me stessa e Dio. Sono fortunata in questo senso, perché ho conosciuto grandi esempi di fede e spiritualità. Sì, sono critica e non esito ad esporre i miei dubbi  in famiglia, anche a discuterne  con fermezza, ma so che Gesù  c’è  e non riesco davvero a negarlo». Ha già deciso di ripetere il Cammino e  tra i  suoi propositi c’è anche un pellegrinaggio in Terra Santa.    

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