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giovedì 24 aprile 2025
 
Festa del papà
 

«Valorizzare il ruolo del padre per una famiglia più forte ed equilibrata»

19/03/2025  Aumenta l’uso del congedo di paternità, che passa dal 19,2% degli aventi diritto nel 2013 al 64,5% nel 2023. Ma dieci giorni sono ancora troppo pochi. L'appello delle associazioni: «Fare il papà ha bisogno di tanto tempo e di tanto “tempo buono”»

«L’esperienza della paternità è una delle più straordinarie che possano essere vissute. Tuttavia è forse il lavoro più difficile del mondo perché oggi significa saper appassionare alla vita e alle relazioni positive con gli altri ed essere in grado di educare al limite. Saper dire dei no motivati, a volte faticosi, e soprattutto saper indirizzare verso desideri generativi e in un contesto che troppo spesso propone modelli distruttivi e violenti. Educare significa pensare a un progetto che consideri la libertà e l'unicità di un figlio tenendo conto soprattutto che la variabile “tempo” è fondamentale. Fare il papà perciò ha bisogno di tanto tempo e di tanto “tempo buono”». A dirlo è Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, commentando ai dati INPS che certificano un  significativo aumento nell’uso del congedo di paternità, passato dal 19,2% dei padri aventi diritto nel 2013 al 64,5% nel 2023. «Tuttavia circa il 35% dei padri ancora non ne usufruisce: è un dato che ci invita a riflettere sulla necessità di promuovere una maggiore consapevolezza sul ruolo essenziale del padre all’interno della famiglia. La presenza attiva e responsabile del padre fin dai primi giorni di vita del bambino ha effetti positivi e duraturi sullo sviluppo emotivo e relazionale dei figli, contribuendo a un modello educativo più integrato tra padri e madri. Essere padri significa non solo sostenere economicamente la famiglia, ma anche essere un credibile punto di riferimento nella crescita e nell'educazione dei figli. È fondamentale continuare a rafforzare il congedo di paternità, estendendolo anche ai lavoratori autonomi, per favorire una reale condivisione delle responsabilità familiari e promuovere una cultura della genitorialità condivisa. Un padre supportato nel suo ruolo, presente e coinvolto, è una risorsa preziosa per la famiglia, per l'intera società, per il futuro del Paese».
Un appello per valorizzare il congedo di paternità arriva anche dal Centro per la salute del bambino. «Raggiungiamo il minimo previsto dalla legislazione dell’Unione europea, ma dieci giorni non sono assolutamente sufficienti: occorre estendere il congedo», dice Monica Castagnetti, pedagogista al Centro per la salute del bambino (Csb), Onlus che porta avanti in Italia proprio un’azione di advocacy per allungare i congedi parentali retribuiti. «Per i bambini è importante avere vicino anche il padre da subito. Anzi, il ruolo paterno è fondamentale fin dalle visite preparto», dice ancora l’esperta.
In Italia il congedo di paternità è stato introdotto solo nel 2012 e prevedeva un solo giorno obbligatorio e due facoltativi. Con il progetto europeo 4e-parent, coordinato dall’Istituto superiore di sanità, Csb ha presentato un emendamento alla Legge di bilancio 2025 per l’estensione dei congedi di paternità dai 10 giorni attuali a 22, obbligatori, ampliando la platea dei beneficiari ai freelance. La richiesta di modifica è stata però bocciata. «Un’occasione persa. I congedi di paternità sono ancora considerati un optional, quasi un lusso, ma non è così. Per altro a essere interessati a un’efficace politica dei congedi sono anche le aziende, sempre più attente al benessere, e quindi alla produttività, dei dipendenti. È necessario lavorare per una paternità più accudente, in linea con le esigenze delle nuove generazioni».

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