Addio alla teoria della «guerra giusta». Il nuovo compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, di recente edito dalla San Paolo, ricorda che la «teoria è contestata da numerosi teologi che ne invocano l’esplicito abbandono». Il teologo padre Stefano Zamboni spiega che, quando si parla di guerra, «non si parla di legittimità della guerra (che non è mai legittima) ma della difesa armata». Elencando, tra i criteri per cui quest’ultima può essere usata, la condizione che «il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare» e che «nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la potenza dei moderni mezzi di distruzione». Non è possibile una casistica delle situazione, ma l’uso della difesa armata «spetta al giudizio prudente di coloro che hanno la responsabilità del bene comune».
E nell’ottica del bene comune, lo stesso Compendio ricorda che i «militari sono servitori della giustizia e difensori della libertà dei popoli».
In questa scia il capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, ricorda l'impegno interforze per la sicurezza e la solidarietà. Alla vigilia della festa del 4 novembre, nella sala Santa cecilia dell’auditorium Parco della musica, a Roma, il tradizionale concerto della banda musicale della Marina, diretta dal maestro Antonio Barbagallo, si esibisce a favore della ricerca. La collaborazione con Telethon, che va avanti ormai da quattro anni, contribuisce, grazie alla vendita dei cuori di cioccolato, a finanziare la ricerca per le malattie rare.
«I nostri uomini e le nostre donne», ricorda l’ammiraglio, «operano a supporto della collettività. C’è un profilo operativo per dare sicurezza marittima, sia con gli atti antipirateria, nell’oceano indiano, che con le operazioni, a livello nazionale di Mare sicuro, a livello europeo di Sophia, a livello Nato con l’operazione sea guardian. Un secondo profilo è quello di mettere a disposizione della collettività le nostre competenze tecniche e scientifiche. Infine c’è un profilo di dialogo e di diplomazia, come è avvenuto anche recentemente con il simposio che, a Venezia, ha messo insieme di oltre 50 marine. Restiamo convinti che occorre un effetto deterrente, che bisogna intervenire prima che si verifichino rischi, incertezze e crisi in modo che queste non abbiano poi riflessi negativi. Agire in maniera preventiva anche in luoghi lontani crea sicurezza interna per l’Europa e l’Italia».