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martedì 06 giugno 2023
 
4 novembre
 

Valter Girardelli: «Vogliamo sicurezza e solidarietà»

04/11/2017  Il Capo di Stato maggiore della Marina ricorda l'impegno preventivo delle nostre navi all'estero e nel Mediterraneo. Insieme con il sostegno a favore della ricerca per le malattie rare.

Addio alla teoria della «guerra giusta». Il nuovo compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, di recente edito dalla San Paolo, ricorda che la «teoria è contestata da numerosi teologi che ne invocano l’esplicito abbandono». Il teologo padre Stefano Zamboni spiega che, quando si parla di guerra, «non si parla di legittimità della guerra (che non è mai legittima) ma della difesa armata». Elencando, tra i criteri per cui quest’ultima può essere usata, la condizione che «il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare» e che «nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la potenza dei moderni mezzi di distruzione». Non è possibile una casistica delle situazione, ma l’uso della difesa armata «spetta al giudizio prudente di coloro che hanno la responsabilità del bene comune».

E nell’ottica del bene comune, lo stesso Compendio ricorda che i «militari sono servitori della giustizia e difensori della libertà dei popoli».

In questa scia il capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, ricorda l'impegno interforze per la sicurezza e la solidarietà. Alla vigilia della festa del 4 novembre, nella sala Santa cecilia dell’auditorium Parco della musica, a Roma, il tradizionale concerto della banda musicale della Marina, diretta dal maestro Antonio Barbagallo, si esibisce a favore della ricerca. La collaborazione con Telethon, che va avanti ormai da quattro anni, contribuisce, grazie alla vendita dei cuori di cioccolato, a finanziare la ricerca per le malattie rare.

«I nostri uomini e le nostre donne», ricorda l’ammiraglio, «operano a supporto della collettività. C’è un profilo operativo per dare sicurezza marittima, sia con gli atti antipirateria, nell’oceano indiano, che con le operazioni, a livello nazionale di Mare sicuro, a livello europeo di Sophia, a livello Nato con l’operazione sea guardian. Un secondo profilo è quello di mettere a disposizione della collettività le nostre competenze tecniche e scientifiche. Infine c’è un profilo di dialogo e di diplomazia, come è avvenuto anche recentemente con il simposio che, a Venezia, ha messo insieme di oltre 50 marine. Restiamo convinti che occorre un effetto deterrente, che bisogna intervenire prima che si verifichino rischi, incertezze e crisi in modo che queste non abbiano poi riflessi negativi. Agire in maniera preventiva anche in luoghi lontani crea sicurezza interna per l’Europa e l’Italia».

 

 
 
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