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lunedì 20 gennaio 2025
 
 

Varoufakis, il ministro che cerca di convincere l'Europa

05/02/2015 

Varoufakis con la moglie Danae Stratou, artista greca.
Varoufakis con la moglie Danae Stratou, artista greca.

Invece di presentarsi con un ministro col cappello in mano, nel suo tour per le capitali europee Alexis Tsipras si è scelto un ministro delle Finanze dalla pelata e le spalle larghe, molto casual (al giuramento si è presentato con la camicia fuori dai pantaloni), assai bizzarro, fuori dai cliché finanziari: Yanis Varoufakis. Incontro dopo incontro, foto dopo foto, intervista dopo intervista, Varoufakis ha finito per rubargli la scena internazionale. Il Guardian ha definito questo originale ministro un keynesiano “con un pizzico di Marx”. Classe 1961, passaporto greco e australiano, appassionato di moto (si è presentato all'Eurogruppo a bordo di una Yamaha 1.300), sposato con l'artista e fotografa greca Danae Stratou, una figlia, Xenia (che vive in Australia con la prima moglie), approdato alla “scienza triste” passando dagli studi di matematica e statistica, studente alla Essex University, ricercatore a Cambridge (dove è divenuto docente), visiting professor alla Lyndon Johnson School, in Texas, Varoufakis potrebbe interpretare il remake di Zorba il Greco. E' persino diventato una sorta di icona pop: impazza sui social in fotomontaggi virali: dal dottor Spock di Star Trek a Terminator. Il suo profilo continua a guadagnarsi followers su Twitter.

L’Europa mediterranea parteggia per questo signore dalla pelata alla Bruce Willis che ha definito l’austerity imposta dai tedeschi una forma di waterboarding fiscale, alludendo alle tasse cui sono stati sottoposti. Tasse che hanno finito per togliere aria ai poveri contribuenti greci come nella tecnica di tortura praticata dai servizi segreti. “Sono come un teologo ateo nascosto in un monastero medievale”, ha detto a proposito delle sue posizioni contro la teoria economica convenzionale che prevede, in risposta alla crisi, rigore di bilancio e riforme strutturali liberiste. Misure che, dice,  stanno trasformando l’Europa “in un riformatorio vittoriano”. Insieme a James K. Galbraith, figlio del grande economista John Kenneth (il guru di John Fitzgerald Kennedy),  nell'estate di due anni fa questo economista col  mascellone ha pubblicato una  Modesta proposta per risolvere la crisi dell'eurozona. Le sue teorie sulla crisi del 2008 e sulle risposte sbagliate dell’Europa hanno trovato spazio in numerosi pamphlet economici, molto apprezzati dall’establishment greco.

Sul debito greco Varoufakis ha idee molto chiare: così com’è, è insostenibile e non potrà mai essere rimborsato perché i greci non hanno soldi né mai potranno mai averli. Colpa delle regole draconiane dei commissari della Troika. Quelli che pasteggiavano a caviale e champagne sul Pireo e dormivano all’Hilton mentre i greci sprofondavano nella povertà e non potevano permettersi nemmeno la corrente elettrica. Bisogna dunque prima dilazionare i tempi del rientro e “swappare” i titoli in scadenza con bond più lunghi (già ribattezzati Varoufakis bond), in modo da permettere ai greci di uscire dalla depressione, tornare a consumare e finalmente produrre e pagare le tasse. Con i commissari della "Troika dell’Apocalisse" (così ribattezzò il trio Ue, Fmi e Bce l'ex premier Samaras) che hanno imposto a suon di rigore tagli e balzelli i loro modellini e i loro moltiplicatori matematici, affamando il popolo, è spietato. E propone tre punti cardine per una nuova svolta europea: la conversione del debito, il recupero dei programmi di investimento, un piano Marshall mediterraneo. Finora ha convinto la Rete. Il problema è convincere Angela Merkel, Mario Draghi e Wolfgang Schauble, che non sembrano un granché affascinati da questo economista col mascellone.

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Varoufakis, l'icona pop del debito greco
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