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martedì 15 ottobre 2024
 
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Via Crucis per i bimbi «profanati» e i cristiani perseguitati

30/03/2015  Sono incentrate sulla custodia le meditazioni per le stazioni della Via Crucis scritte da monsignor Renato Corti, vescovo emerito di Novara, su incarico di papa Francesco che presiede il tradizionale rito del Venerdì Santo al Colosseo. Accanto ai bambini «barbaramente profanati», si prega per i cristiani perseguitati per la fede e le famiglie

«L'amore con il quale custodisci ogni creatura, ci fa pensare a situazioni tremende: il traffico di esseri umani, la condizione dei bambini-soldato, il lavoro che diventa schiavitù, i ragazzi e gli adolescenti derubati di sé stessi, feriti nella loro intimità, barbaramente profanati. Tu ci spingi a chiedere umilmente perdono a quanti subiscono questi oltraggi e a pregare perché finalmente si svegli la coscienza di chi ha oscurato il cielo nella vita delle persone. Davanti a Te, o Gesù, rinnoviamo il proposito di “vincere il male con il bene”».
È una delle quattordici invocazioni scritta da monsignor Renato Corti, arcivescovo emerito di Novara ed ex ausiliare del cardinale Martini, per la Via Crucis presieduta da papa Francesco il 3 aprile, Venerdì Santo, nel suggestivo scenario del Colosseo.

All'XI stazione ecco il riferimento alla pena di morte: «Ti guardiamo, Gesù, inchiodato alla croce. E sorgono nella nostra coscienza interrogativi impellenti: quando sarà abolita la pena di morte, ancor oggi praticata in numerosi Stati? Quando sarà cancellata ogni forma di tortura e la soppressione violenta di persone innocenti?».

Poi, un pensiero ai cristiani perseguitati e uccisi in molte parti del mondo con alcune citazioni del ministro delle minoranze pakistano Shahbaz Bhatti assassinato da gruppi armati il 2 marzo 2011: «Pure in questi giorni», si legge quindi nella meditazione per la II stazione, «vi sono uomini e donne che vengono imprigionati, condannati o addirittura trucidati solo perché credenti o impegnati in favore della giustizia e della pace. Essi non si vergognano della tua croce. Sono per noi mirabili esempi da imitare». Accanto ai bambini «barbaramente profanati», ecco i perseguitati per la fede, le famiglie ferite, la realtà della sofferenza.

Con un passaggio significativo sulla figura femminile. «O Gesù, questa sera tra noi», sottolinea il testo del vescovo, «è significativa la presenza femminile. Nei Vangeli le donne hanno un posto rilevante» ed anche oggi «l'annuncio della fede nel mondo e il cammino delle comunità cristiane sono molto sostenuti dalle donne. Conservale come testimoni di quella felicità che fiorisce dall'incontro con Te e che costituisce il segreto profondo della loro vita. Custodiscile come segno luminoso di maternità accanto agli ultimi che, nel loro cuore, diventano i primi».

«La parola chiave che attraversa tutte le meditazioni è custodia, custodire», ha spiegato monsignor Corti. «Mi sono ricordato in particolare di quel passaggio in cui il Papa appena eletto diceva che la croce è il vertice luminoso dell'amore di Dio che ci custodisce. I testi fanno riferimento al dono di essere custoditi dall'amore di Dio, in particolare da Gesù crocifisso, e al compito di essere, a nostra volta, custodi per amore dell'intera creazione, di ogni persona, specie della più povera, di noi stessi e delle nostre famiglie, per far risplendere la stella della speranza. Ecco, mi sembra che anche noi siamo chiamati ad essere custodi per amore nei confronti dell'uomo».

Nell'introduzione mons. Corti, che ha intitolato le meditazioni «La croce, vertice luminoso dell'amore di Dio che ci custodisce. Chiamati a essere anche noi custodi per amore», fa riferimento proprio all'omelia della messa d'inizio pontificato di papa Francesco del 19 marzo 2013. Bergoglio descriveva lo stile di Giuseppe, custode di Maria e di Gesù, come, ricorda mons. Corti, «fatto di discrezione, umiltà, silenzio, di presenza costante e di fedeltà totale».

Tra quanti porteranno la croce nella Via Crucis  vi sono anche persone provenienti dall'Iraq, dalla Siria, dalla Nigeria, dall'Egitto, dalla Cina. Questo l'elenco, fornito dall'Ufficio delle Celebrazioni pontificie: nella prima stazione a portare la croce sarà il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini; nella seconda una famiglia numerose: Alessandro Faustini e Rita Angela Fiorentino con i figli Diletta, Noemi, Letizia, Miriam, Michele, Gabriele; alla terza stazione una famiglia con figli adottivi: Francesco e Palma Serra con i figli Rafaela e Vitor, adottati in Brasile; alla quarta stazione una famiglia: Antonio Langella e Maria Grazia Casalino con i figli Alba e Francesco e il fidanzato della figlia Antonio Pagano; alla quinta stazione una malata Unitalsi accompagnata dalla sorella e da un barelliere; alla sesta stazione, dall'Iraq, le suore domenicane di Santa Caterina da Siena, suor Sundus Qasmusa e suor Susan Sulaiman; alla settima, dalla Siria, Philip Astephan e Wael Salibe; all'ottava, dalla Nigeria, Leo Udensi e Charles Nwoke; alla nona, dall' Egitto, Malak Gergis e Maikel Hanna; alla decima, dalla Cina, Ivan Zhao e Qi Qiaosu; all'undicesima stazione due suore dell' Istituto Secolari Maria Santissima Annunziata, suor Silvana Parmegiani e suor Mariangela Addis; alla dodicesima stazione, dalla Custodia di Terra Santa, padre Evenzio Herrera e padre Gianfranco Pinto Ostuni; alla tredicesima, due religiose dell' America Latina, Figlie di Nostra Signora della Pietà, suor Francisca Adelaida Rosales Ildefonzo e suor Ludy Fiorella Corpus Saldana; alla quattordicesima e ultima stazione, di nuovo il cardinale vicario Agostino Vallini.

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