All’ingresso dei Giardini della Biennale di Venezia, proprio nei giorni in cui era in corso la Mostra del cinema, ha riaperto le sue porte, in una veste restaurata, il rinomato Caffè Paradiso, grazie al sostegno di Lavazza, che conferma così il suo impegno in favore della promozione dell’arte e della cultura.
A dare un nuovo volto, decisamente contemporaneo, allo storico ristorante e caffetteria sono stati Cino Zucchi, l’architetto di Nuvola Lavazza a Torino, e la product manager Elena Salmistraro.
Il Caffè Paradiso ha avuto un ruolo centrale nella vita culturale della città lagunare: la palazzina che lo ospita in passato è stata frequentata da personaggi del calibro di Pablo Picasso, Gustav Klimt, Andy Wharol, oltre ai tanti turisti che, non appena scesi dal vaporetto per andare a visitare la Biennale, si trovavano subito di fronte la palazzina del Paradiso.
«Il leit-motiv formale del nuovo bancone – concepito come un piccolo caleidoscopio dove vengono riflesse le vicende quotidiane – e la palette dei materiali uniscono una sensibilità contemporanea a un riferimento profondo alle tecniche tradizionali dell’artigianato veneziano che generano risonanze inaspettate, dalle specchiere molate al costume di Arlecchino», ha spiegato l’architetto Cino Zucchi.
Come ha sottolineato Francesca Lavazza, membro del consiglio di amministrazione del gruppo, si è scelto di inaugurare la nuova caffetteria durante la Mostra del cinema e la Biennale per poter raggiungere un pubblico molto vasto, proveniente da tutto il mondo. La torinese Lavazza ha un rapporto speciale con Venezia: dal 2015 l’azienda collabora con la Fondazione Musei civici che gestisce alcune prestigiose istituzioni lagunari.