Un’ottima annata, si chiude la settantanovesima edizione della Mostra di Venezia. A unirsi sono state classicità e innovazione, non si è mai avvertito un senso di vuoto, di inutilità. I film da premiare erano tanti. Ha vinto un po’ a sorpresa il documentario All the Beauty and the Bloodshed di Laura Poitras, che racconta di Nan Golding. Tra arte e impegno civile, sullo schermo scorrono la vita della famosa fotografa statunitense e la sua battaglia contro i Sackler. Sono i proprietari della casa farmaceutica Purdue Pharma, che negli Stati Uniti è stata ritenuta responsabile dell’epidemia di oppioidi.
Per chi scrive uno dei titoli più belli è Gli orsi non esistono di Jafar Panahi. Il regista iraniano non è potuto venire al Lido perché in carcere. Un solo premio per gli italiani, che si erano presentati in forze con una qualità alta. Luca Guadagnino si aggiudica il Leone d’argento per la miglior regia con il travolgente Bones and All, una storia d’amore on the road di grande forza tra due adolescenti cannibali. È il ritratto intimista di una crisi generazionale, di una difficoltà nello stare al mondo descritta con una sensibilità unica. È però adatto a un pubblico adulto per la violenza di alcune sequenze.
Forse mai come quest’anno i film si sono interrogati sul presente, ragionando su come le emozioni siano state messe sotto scacco in questi tempi bui. Uno dei temi cardine è stato proprio quello della famiglia, attaccata su più fronti, tratteggiata come una nave nella tempesta. Pensando al concorso, in The Son di Florian Zeller si parla di una genitorialità in crisi, di un figlio distrutto dalla depressione. Il rapporto con il padre è anche al centro di Blonde di Andrew Dominik, il biopic non convenzionale su Marilyn Monroe. Per la diva lui è un fantasma, un uomo che non riuscirà mai a conoscere, in una sofferenza perenne che la accompagnerà sempre. In The Whale di Darren Aronofsky, Brendan Fraser interpreta un uomo sovrappeso, che quasi non riesce a muoversi. Il suo obiettivo è recuperare il legame con la figlia. In Love Life una coppia deve affrontare la prova più difficile: superare la morte del loro bambino. I protagonisti delle storie presentate a Venezia 79 sono spesso dilaniati dal senso di colpa, che il cinema al Lido identifica come il nemico più grande in questo periodo buio.
(Foto Reuters: Luca Guadagnino con il Leone d'argento)