(Foto Reuters)
Il dramma del Venezuela continua senza sosta. Mentre il presidente Nicolas Maduro avvia una riconversione monetaria - la seconda in dieci anni -, l'esodo dei venezuelani in fuga dal Paese flagellato dalla crisi non si arresta. Per i migranti tuttavia la situazione diventa sempre più difficoltosa. L'Ecuador e il Perù hanno deciso di bloccare il flusso migratorio imponendo ai venezuelani nuove norme per l'ingresso nel Paese: finora il documento richiesto per entrare era la carta d'identità, già ora in Ecuador e a partire dal 25 agosto in Perù, chi vuole essere accolto dovrà avere il passaporto. Ottenere un passaporto costa 280 dollari americani: una cifra esorbitante per i venezuelani.
Forti critiche alle scelte di Quito e di Lima sono arrivate dalla Colombia, il Paese confinante con il Venezuela, che si trova ad affrontare il grosso dell'emergenza umanitaria dei profughi. Ogni giorno migliaia di venezuelani abbandonano il loro Paese, flagellato dalla mancaza di cibo, medicine, beni essenziali. Negli ultimi 15 mesi oltre un milione di persone sono fuggite attraverso la rotta colombiana: oltre 4.000 persone al giorno sono arrivate al confine con l'Ecuador. E da qui, molto dei migranti si dirigono a Sud, verso il Perù, attraversando il confine nella cittadina peruviana di Tumbes. Poco più di una settimana fa gli ingressi dei venezuelani in territorio peruviano attraverso questo varco ha raggiunto una cifra record: 5.100 migranti entrati in un solo giorno.
Giorni fa l'Ecuador ha dichiarato lo stato di emergenza in tre province. Ma la nuova normativa porterà a un aggravamento della già difficilissima condizione delle Colombia. Centinaia di migranti si trovano bloccati alla frontiera tra Colombia ed Ecuador e per far fronte all'emergenza le autorità di Bogotà hanno deciso di aumentare la presenza di forze dell'ordine lungo il Ponte internazionale di Rumichaca, il confine principale tra i due Paesi. Secondo i dati delle autorità colombiane per il controllo dei flussi migratori, quest'anno più di 420mila venezuelani sono emigrati attraverso Rumichaca per raggiungere, attraverso l'Ecuador, altri Paesi dell'America latina, Perù, Argentina e Cile.
Tensioni ed episodi di malcontento contro i migranti venezuelani si stanno verificando anche in Brasile: a Pacaraima, città brasiliana alla frontiera con il Venezuela, un campo di accoglienza è stato attaccato e incendiato e i migranti che lì avevano trovato rifugio sono stati costretti a fare dietrofront e tornare nel loro Paese. Pacaraima rappresenta il principale varco di accesso dei venezuelani in Brasile: fino a 400 migranti ogni giorno entrano in Brasile da qui.