Sono mamma e catechista,
ho quarantaquattro
anni e vivo in
un paesino del veronese.
Quest’anno sto preparando
quattordici bambini
alla Prima Comunione,
che incontriamo ogni due
settimane, per un’ora e
mezza. La presenza al catechismo
è costante, ma a
Messa vengono solo in cinque
o sei, e sempre i soliti.
Il parroco ripete sovente ai
genitori di accompagnare
i
gli in questo cammino
di preparazione, ma le sue
sono parole al vento. Sono
avvilita. Pochi ragazzi sanno
rispondere a domande
semplici come: chi è il capo
della Chiesa? Dove è nato
Gesù? L’ho fatto presente
al parroco, e mi ha detto
che non serve farsi il sangue
cattivo. Ai miei tempi
recitavamo a memoria le
preghiere, oggi vanno a
fare la Comunione senza
sapere quasi nulla. Che tristezza!
UNA CATECHISTA
Oggi l’ignoranza religiosa
è generale. Non sono solo i
bambini del catechismo a ignorare
i fondamenti della fede,
purtroppo non brillano neppure
tantissimi adulti, come
dimostrano tanti sondaggi e
ricerche. Il problema non è la
conoscenza, ma la vita. Non basta
essere cristiani all’anagrafe
parrocchiale. Il Vangelo va vissuto
nell’esistenza quotidiana.
Prima ancora degli insegnamenti,
ai ragazzi servono vere
testimonianze cristiane.