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domenica 16 marzo 2025
 
 

Cina, scomunica al vescovo "di regime"

06/07/2012  La Santa Sede, attraverso la Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, ha annunciato la scomunica di padre Joseph Yue Fusheng, nominato vescovo da Pechino.

Sarà consacrato domani, 7 luglio, con autorizzazione papale, il vescovo ausiliare di Shangai Thaddeus Ma Daqin. All’ordinazione parteciperanno anche alcuni presuli ordinati senza approvazione, ma la Santa Sede non ha ritenuto di intervenire ulteriormente dopo l’aspra polemica seguita invece alla consacrazione, oggi, di un vescovo senza l’approvazione di Roma.


Quella programmata ad Harbin (nel Nord-Est della Cina), infatti, nei confronti di padre Joseph Yue Fusheng, ha suscitato la pubblicazione di una nota della Congregazione vaticana per l’evangelizzazione dei Popoli che annuncia la scomunica. La nota è firmata dal segretario della Congregazione, Savio Hon, vescovo di Hong Kong. Alla nota ha fatto seguito la risposta della Chiesa patriottica cinese che definiscono quelle di Hon «parole che non vanno verso la solidarietà alla Chiesa Cinese». La scomunica è stata annunciata sia nei confronti di padre Yue Fusheng che nei confronti dei vescovi consacranti. 

La nota ricorda quanto scritto da Benedetto XVI nella sua Lettera del 2007 ai cattolici cinesi, secondo cui “si può comprendere che le Autorità governative siano attente alla scelta di coloro che svolgeranno l'importante ruolo di guide e di pastori delle comunità cattoliche locali'', ma che “quando il Papa concede il mandato apostolico per l'ordinazione di un Vescovo, esercita la sua suprema autorità spirituale e non un’autorità politica, che si intromette indebitamente negli affari interni di uno Stato e ne lede la sovranità”. 

“Se si vuole che la Chiesa in Cina sia cattolica”, ha dichiarato Propaganda Fide, “non si deve procedere a ordinazioni episcopali che non abbiano la previa approvazione del Santo Padre”. Il braccio di ferro ha coinvolto anche l’ordinazione di Thaddeus Ma Daqin, indicato a lungo come coadiutore e dunque con diritto di successione, mentre per la Santa Sede si tratta di un vescovo ausiliare. Nei prossimi giorni si cercherà di ricucire gli strappi. “Al momento non siamo in grado di prevedere esattamente le reazioni a queste ordinazioni”, ha affermato padre Federico Lombardi, “dovremo aspettare ancora qualche giorno”. 

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