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sabato 24 maggio 2025
 
Esclusivo
 

«Vi racconto i segreti di suor Cristina»

29/03/2014  Parla in esclusiva suor Giovanna Fiorile, una delle consorelle che ha accompagnato la giovane religiosa a "The Voice" e che la conosce fin dal suo ingresso nell'ordine delle Orsoline: «Rifiuta il ruolo di star. Ha intensificato i momenti di preghiera», dice, «adesso ha bisogno di tanto silenzio». E aggiunge: «Pensava che con la vocazione avrebbe dovuto sacrificare il suo talento per il canto invece la nostra Madre generale è convinta che i doni non vadano seppelliti». E sulle reazioni della comunità: «Siamo sbalordite, alcune un po' euforiche e insieme trepidanti, altre perplesse e timorose, ma tutte le siamo vicine con la preghiera»

Come sta vivendo suor Cristina Scuccia questo momento di celebrità internazionale? È una domanda che si fanno in molti mentre su Yotube il video della sua esibizione al talent show di Raidue The Voice continua a macinare visualizzazioni record (ora siamo a quota 38 milioni) e non accenna a placarsi l’interesse dei media internazionali per la “Sister act italiana” , com'è stata subito ribattezzata.
 
«Suor  Cristina», rivela in esclusiva a Famiglia Cristiana Giovanna Fiorile che l’ha accompagnata in Tv e ad un certo punto per l’emozione si mette le mani sul volto, quasi incredula di fronte alla performance della giovane consorella, «sa bene, come noi, che adesso più che mai ha bisogno di custodia con tanto silenzio e interiorità pari all’esposizione mediatica. Perciò ha intensificato molto i suoi tempi di preghiera. Rifiuta il ruolo di star: le piace moltissimo cantare ed esibirsi, ma ora nel farlo ha una ragione più alta della ricerca del successo, e questa ragione profonda non intende smarrirla. È fermamente decisa a sottrarsi all’ubriacatura del successo, conservando inalterate le ragioni che l’hanno spinta a partecipare a The Voice».

Qual è il segreto del  suo successo: la bella voce o l’energia travolgente che ci mette quando si esibisce davanti al pubblico?  
«L’una e l’altra. Ma il suo di più è la luce che la abita, la vocazione che ha abbracciato, e che le consente di stare dentro il suo abito di suora come dentro la sua pelle. L’abito religioso, che a volte è visto come uno schermo che separa, in questo caso è riuscito a comunicare con maggiore trasparenza l’energia bella ed esplosiva della nostra suor Cristina».

Il rapper J-AX, quando l’ha sentita cantare si è commosso. “Se in chiesa avessi incontrato te, ora sarei Papa”, le ha detto. A lei che emozione ha suscitato la sua esibizione?
«Ero presente. Sono tra le consorelle che l’hanno accompagnata: abbiamo gioito quando è arrivata sul palcoscenico e poi siamo esplose per la grandissima contentezza quando i coach si son girati. Le immagini raccontano bene l’emozione che ho provato in quel momento».    

Voi come vivete questa ribalta? La vostra vita quotidiana è cambiata?
«Siamo sbalordite, alcune un po’ euforiche e insieme trepidanti, altre perplesse e timorose, ma tutte ci stringiamo attorno a lei soprattutto con la preghiera, affinché non siano equivocate le ragioni che ci hanno spinte ad esporci: incrociare i giovani in uno dei loro territori più amati e familiari, la musica. Abbiamo anche un rammarico, però».

Quale?

«Pensiamo con tanto affetto a tutti gli altri partecipanti, che sono davvero molto bravi e che in questo momento vedono i riflettori puntati insistentemente solo sulla nostra suor Cristina. Lei è molto brava, senza dubbio, ma non è l’unica: probabilmente il di più che catalizza attenzione ed emozione viene dalla luce che la abita, dalla sua vocazione».

Le consorelle che vivono con lei a Milano come hanno reagito?
«La Comunità, forte del sostegno morale e dell’incoraggiamento affettuoso della Madre Generale, vive con gioia la "fatica" di questo evento e lo gestisce con maturità, salvaguardando soprattutto gli impegni di servizio educativo e pastorale: c’è la scuola dell’infanzia, il pensionato universitario e la catechesi parrocchiale di cui bisogna occuparsi».

Lei è la direttrice spirituale di suor Cristina?
«No, ma la conosco fin dagli inizi del suo cammino con noi. Mi trovavo a Roma il giorno in cui, il 27 gennaio 2009, festa di Sant’Angela Merici, la nostra Fondatrice, con un semplicissimo rito in Cappella Cristina ha chiesto di iniziare il suo itinerario formativo nella nostra famiglia religiosa. Si era "arresa" al "corteggiamento d’amore" di Gesù, ed era pacata e luminosa mentre formulava, all’interno di un momento di preghiera comunitaria, la sua richiesta di ammissione al postulandato».  

Cosa significa per una religiosa esibirsi in TV e partecipare ad un talent show? È un modo per evangelizzare in maniera creativa o, come sostengono alcuni, un cedimento alla mondanità?  
«Mi vien da pensare al primo "Buonasera" e ai tanti "Buon pranzo" di papa Francesco. Il mistero dell’Incarnazione è il fondamento della nostra fede. Sono pochi gli uomini che possiamo incontrare se le nostre presenze non vanno al di là del sagrato delle nostre chiese, e ancora, il sacro prima che un luogo è una condizione interiore. Su suor Cristina che si presenta in un ambiente mondano, canta e parla come ha fatto lei, qualcuno ha scritto: "Nelle sue parole, nel suo canto, nella sua grazia ha fatto intuire il sorriso di Dio". È un cedimento alla mondanità questo? Non credo».  

Qual è stato il percorso artistico di suor Cristina? È andato di pari passo con la sua vocazione?   «No. La sua passione per il canto nasce da piccola. La vocazione è arrivata dopo. Lei l’ha vissuta come l’invito di Dio ad Abramo: "Esci dalla tua terra..." . Nel momento in cui l’invito di Dio è diventato sempre più forte, Cristina ha trovato pace nel "Sì", un sì che a suo giudizio comportava anche sacrificare il suo talento al Signore. Ma per una serie di eventi, tra cui la giusta convinzione della nostra Madre generale che i doni non possono essere seppelliti, quello che pensava di dover sacrificare le è stato ridonato. E lei ha compreso bene quello che personalmente ho avuto modo di esprimerle: idolatria non è amare il canto o qualcosa d’altro, idolatria è se l’amore per il canto o qualcos’altro prende il primo posto nella tua vita: il primato, infatti, è sempre e soltanto di Dio; diversamente non vivi da persone libera».      

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