La croce passa di mano in mano durante la via Crucis al Colosseo. Ci sono le famiglie, ci sono le ragazze vittime della tratta, ci sono le suore che le aiutano nel riscatto, ci sono laici e religiosi che, come il Cireneo, sono impegnati ad alleviare il peso delle nuove croci di oggi. Ci sono, oltre al cardinal vicario Angelo De Donatis, suor Venicia Meurer e Suor Lilly Nanat, suore Pallottine che arrivano dal Brasile e dall’India, ci sono i barellieri e i disabili dell’Unitalso, c’è la nigeriana Patricia Ogiefa con sua figlia Cristina, suor Rita Giaretta ed Ezekiel Joy, da anni impegnate a fianco delle ragazze con Casa Rut, a Caserta, ci sono suor Mihaela Elizabeta Balauca, che segue Ponte Galeria e Maria Leonor Jardon, che lavora con una unità di strada, c'è la giornalista Lucia Capuzzi. Sanno bene quali sono le croci che oggi gravano sui nuovi schiavi. Croci che Papa Francesco, al termine della via crucis, ricorda una a una chiamandole per nome: la croce delle persone sole, di quelle affamate, dei migranti, dei piccoli feriti nella propria innocenza, degli anziani… E indica la speranza della risurrezione.
«Signore Gesù», dice Francesco nella preghiera che riportiamo integralmente, «aiutaci a vedere nella Tua Croce tutte le croci del mondo:
la croce delle persone affamate di pane e di amore;
la croce delle persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti;
la croce delle persone assetate di giustizia e di pace;
la croce delle persone che non hanno il conforto della fede;
la croce degli anziani che si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine;
la croce dei migranti che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici;
la croce dei piccoli, feriti nella loro innocenza e nella loro purezza;
la croce dell’umanità che vaga nel buio dell’incertezza e nell’oscurità della cultura del momentaneo;
la croce delle famiglie spezzate dal tradimento, dalle seduzioni del maligno o dall’omicida leggerezza e dall’egoismo;
la croce dei consacrati che cercano instancabilmente di portare la Tua luce nel mondo e si sentono rifiutati, derisi e umiliati;
la croce dei consacrati che, strada facendo, hanno dimenticato il loro primo amore;
la croce dei tuoi figli che, credendo in Te e cercando di vivere secondo la Tua parola, si trovano emarginati e scartati perfino dai loro famigliari e dai loro coetanei;
la croce delle nostre debolezze, delle nostre ipocrisie, dei nostri tradimenti, dei nostri peccati e delle nostre numerose promesse infrante;
la croce della Tua Chiesa che, fedele al Tuo Vangelo, fatica a portare il Tuo amore perfino tra gli stessi battezzati;
la croce della Chiesa, la Tua sposa, che si sente assalita continuamente dall’interno e dall’esterno;
la croce della nostra casa comune che appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall’avidità e dal potere.
Signore Gesù, ravviva in noi la speranza della risurrezione e della Tua definitiva vittoria contro ogni male e ogni morte. Amen!».