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venerdì 29 settembre 2023
 
 

Il Risorgimento scende in strada

17/03/2011  Garibaldi secondo dopo Roma, Mazzini quarto dopo Marconi. I personaggi del Risorgimento dominano nella scelta dei nomi da dare a vie e strade.

 Viale Cavour, corso  Indipendenza, e perfino via Nino Bixio, con barzelletta sui carabinieri acclusa. Che l’Italia e gli italiani tengano al loro Risorgimento lo si vede già per strada: basta passeggiare e dare un occhio ai cartelli viari delle nostra città. Non c’è metropoli, località alpina o marinara, comune del Nord, del Centro o del Sud, isolano o del continente, che non abbia intitolato almeno un vicoletto a uno degli eroi che fecero l’Unità d’Italia.

 

    Conferma della fortuna toponomastica per i personaggi risorgimentali  ce la dà anche la speciale classifica stilata dal Laboratorio Internazionale di Onomastica (CLICCA QUI) dell’Università di Tor Vergata (Roma) che mette in ordine di frequenza i nomi di vie e piazze degli 8.100 Comuni italiani. 

 

   Ebbene, subito dopo il toponimo ‘Roma’ che, con buona pace di qualche esponente leghista è quello più usato in Italia con ben 7.870 citazioni, c’è lui, Garibaldi, l’Eroe dei due mondi (5.472); al quarto posto, dietro a Guglielmo Marconi, sta Giuseppe Mazzini (3.994); al sesto, preceduto nientemeno che dal Sommo Poeta Dante, si classifica Camillo Benso conte di Cavour (3.334). Se annoveriamo, poi, a buon diritto, tra i patrioti anche Giuseppe Verdi, ottavo (3.046), nelle prime dieci posizioni abbiamo ben quattro “risorgimentali”. E Cesare Battisti sta lì a ruota, al 12° posto con 2.657 citazioni.    

 

 Se, poi la classifica prende in considerazione solo i personaggi della storia politica e militare del nostro Paese, il Risorgimento stravince. Ai primi tre posti assoluti ci sono loro: Garibaldi, Mazzini e Cavour. Insomma, un bel segno d’attaccamento e di riconoscenza a coloro che diedero vita e pensiero per unire le Alpi agli Appennini: in un Paese spesso smemorato, almeno agli angoli delle strade e lungo la linea della metro la Storia si prende la sua rivincita. Almeno di nome, se non di fatto.

 

   C’è una curiosità ulteriore nella classifica sopra citata: al quarto posto,  davanti a personalità del calibro di Gramsci, De Gasperi, Carducci e Leopardi, sta Aldo Moro, usato 2.628 volte. Potrebbe, forse, voler dire che gli italiani non sono antimodernisti o poco propensi a ricordare i contemporanei. Se c’è la statura e le qualità di grande politico scatta la volontà di memoria toponomastica. Appunto, se c’è la statura. Moro è stato ucciso dalle BR 33 anni fa. Proviamo, allora, per gioco, a immaginarci fra qualche decennio: quale indirizzo potrebbe mai digitare un nostro connazionale sul navigatore dell’auto? ‘Corso Casini’ o ‘lungomare D’Alema’? ‘Passeggiata Berlusconi’ o ‘largo Storace’? ‘Galleria Fini’ o ‘rondò Maroni’?  La denominazione ‘Repubblica’ è al 43° posto con 1.491 citazioni. Quante ‘via Seconda Repubblica’  imboccheranno i nostri figli nel 2050?

 
 
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