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martedì 25 marzo 2025
 
 

Dossier - Villa Nazareth

31/05/2010  Una casa per gli studenti poveri e meritevoli: una sfida per l'educazione. L'opera di mons. Tardini continua con il cardinale Silvestrini. Il bando per le residenze universitarie.

E’ stata fondata da un prete romano straordinario, che divenne uno dei più fini diplomatici al servizio della Santa Sede. Era appena finita la guerra e l’Italia era percorsa da rancori, euforia e attorcigliata attorno a tante macerie. Lui monsignor Domenico Tardini si pose il problema della formazione dei giovani, dello studio e dell’accoglienza.

Ma come potevano studiare i più poveri, ma meritevoli? Come potevano sviluppare i talenti ricevuti da Dio anche al servizio degli altri, più poveri di loro? Così inventò Villa Nazareth residenza per studenti e giovani a Roma, che poteva essere frequentata tuttavia da ragazzi di tutta Italia. Era la risposta cristiana alla ricostruzione dell’Italia dopo la guerra.

Scriveva Tardini nel 1946: "Il popolo ha bisogno di apostoli, cioè di persone intelligenti, colte, virtuose, disinteressate, ricche di iniziative e di spirito di sacrificio, che sentano il desiderio di fare del bene agli altri”. Attualmente gli studenti sono 250. Una parte vive nelle residenze di Roma e altri in famiglie o con altri studenti nelle sedi universitarie regionali. Il collegio della Fondazione Domenico Tardini, presieduta dal cardinale Achille Silvestrini è uno di quelli riconosciuti dal Ministero della Pubblica istruzione e ha convenzioni di collaborazione e scambio con numerose università straniere.

E’ stato appena pubblicato il bando di concorso annuale per 10 posti a titolo gratuito nel collegio maschile e 5 in quello femminile e per 20 borse di studio per neo diplomati o neolaureati in lauree di primo livello che famigliacristiana.it mette a disposizione dei “naviganti” nel PDF allegato.

  Domenico Tardini nasce nel centro di Roma il 29 febbraio 1888. Frequenta la scuola elementare " Angelo Braschi " dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Nel 1903 entra nel Pontificio Seminario Romano. Ottenuta  la laurea in filosofia e in teologia è ordinato sacerdote il 21 settembre 1912. Nello stesso anno è chiamato a insegnare Liturgia e Teologia sacramentaria nel Seminario Romano Maggiore e nel Collegio Urbano di Propaganda Fide. Svolge ministero sacerdotale nella parrocchia di S. Saba e a Porta Furba nella periferia romana. Nel 1923 è nominato da Pio XI assistente generale degli Uomini di Azione Cattolica e nel 1925 della Società della Gioventù Cattolica Italiana. In stretta collaborazione con don Giuseppe De Luca promuove un lavoro accurato di formazione religiosa e culturale degli assistenti e dei dirigenti. Dal 1921 è minutante della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari: nel 1929 ne diviene Sotto-Segretario. Nel 1935 è Sostituto per gli Affari Ordinari e nel 1937 Segretario per gli Affari Straordinari.

 In quegli anni difficili, e negli eventi drammatici della seconda guerra mondiale, lavora intensamente perché la Santa Sede sia sempre alta e imparziale istanza morale per gli uomini e per i popoli. Nelle persecuzioni e sofferenze del dopoguerra si impegna nella difesa dei diritti della Chiesa e della libertà religiosa. Nel 1946 fonda Villa Nazareth, per la formazione di ragazzi dotati e sprovvisti di mezzi. Nel 1952 Pio XII lo nomina Pro-Segretario di Stato per gli Affari Ecclesiastici Straordinari.

 Nel 1958, appena eletto papa, Giovanni XXIII lo nomina Cardinale Segretario di Stato. Il 27 dicembre gli conferisce l'ordinazione episcopale.  Fu il primo a ricevere da Giovanni XXIII la confidenza dell'idea di convocare un Concilio Ecumenico, è chiamato a presiederne la commissione “antepreparatoria”. Muore il 30 luglio 1961. Nel darne annuncio nell'Angelus, Giovanni XXIII lo definisce " l'aiuto più vicino e più forte del Papa nel governo della Chiesa ". Riposa nella Cappella delle Carmelitane di Vetralla, di cui era stato padre provvido e maestro di spirito

E’ lui adesso l’animatore e il custode di Villa Nazareth: il cardinale Achille Silvestrini. Uomo di punta della diplomazia della Santa Sede, quando era Segretario di Stato il cardinale Agostino Casaroli, Silvestrini spiega così l’intuizione di mons. Tardini: “Voleva dare una mano all’Italia a risorgere dalle rovine della guerra, attraverso la cura dei bambini privi di opportunità”. Giovanni XXIII, di cui Tardini era stato Segretario di Stato, autorizzò l’elezione della “Fondazione di culto e religione” Villa Nazareth, che tutt’ora è praticamente posta sotto la vigilanza della Segreteria di Stato vaticana.

 Silvestrini ricorda che il ’68 fu motivo di inquietudine anche da loro. Villa Nazareth sospese la sua attività. Ma fu proprio lui, con il sostegno di Casaroli, a riavviare la comunità non più in un solo luogo, ma in vari appartamenti dove vivevano una cinquantina di studenti, uniti da un ideale. Quando quei giovani si laurearono, ricorda Silvestrini, “vollero provare a fare rivivere Villa Nazareth”. Così nel 1983 la residenza riaprì e furono ammesse anche le studentesse. Nel 1987 il Ministero dell’università del governi italiano riconobbe l’’istituzione come collegio universitario con il contributo dello Stato.

 A Villa Nazareth sono nate anche sette vocazioni: cinque sacerdoti e due suore. Sorride Silvestrini: “Villa Nazareth non ne ha tenuta neppure una per sé”. Oggi accanto a Silvestrini, tra gli animatori della Comunità, c’è monsignor Claudio Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali. Tra le fonti spirituali a cui attingono gli studenti di Villa Nazareth c’è anche la comunità monastica di Bose di padre Enzo Bianchi.

    “Villa Nazareth, che ha accolto nei trascorsi sessant’anni diverse generazioni di fanciulli e giovani, si propone di valorizzare l'intelligenza dei suoi alunni nel rispetto della libertà della persona, orientata a vedere nel servizio degli altri l’autentica espressione dell'amore cristiano”. Così Benedetto XVI si è rivolto ai membri di Villa Nazareth durante una recente udienza.

Il Papa ha detto che  “Villa Nazareth vuole formare i suoi giovani al coraggio delle decisioni, in un atteggiamento di apertura al dialogo, con riferimento alla ragione purificata nel crogiuolo della fede. La fede infatti è in grado di offrire prospettive di speranza ad ogni progetto che abbia a cuore il destino dell'uomo. La fede scruta l’invisibile ed è perciò amica della ragione che si pone gli interrogativi essenziali da cui attende senso il nostro cammino quaggiù. A Villa Nazareth, vi è dato di sperimentare come la parola di Dio richieda un ascolto attento ed un cuore generoso e maturo per essere vissuta in pienezza. I contenuti della rivelazione di Gesù sono concreti ed un intellettuale cristianamente ispirato deve sempre essere pronto a comunicarli quando dialoga con coloro che sono alla ricerca di soluzioni capaci di migliorare l'esistenza e di rispondere all'inquietudine che assilla ogni cuore umano. Occorre mostrare soprattutto la corrispondenza profonda che esiste tra le istanze che emergono dalla riflessione sulle vicende umane e il Logos divino. Si crea così una convergenza feconda tra i postulati della ragione e le risposte della Rivelazione e proprio di qui scaturisce una luce che illumina la strada su cui orientare il proprio impegno”.

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