Il vino oltrepassa i confini, favorisce il dialogo e crea connessioni, unisce popoli e culture, in quanto «simbolo di ospitalità e di amicizia, connaturato con la migliore cultura mediterranea». Per la prima volta un presidente della Repubblica ha partecipato alla cerimonia di apertura di Vinitaly, il Salone internazionale del vino e dei distillati. Nell'Auditorium Verdi di Veronafiere, il presidente Sergio Mattarella ha aperto la cinquantesima edizione della manifestazione fieristica con un discorso che ha puntato sull'importanza dell'internazionalizzazione e delle relazioni con il resto del mondo.
«Da prodotto antico a chiave di modernità: un esempio di valorizzazione di assetti esistenti che si è rivelato risorsa preziosa anche nelle fasi più dure della crisi che abbiamo attraversato in questi anni. Il risultato è stato un successo parimenti nell'export. I numeri che, in questa giornata, sono stati ricordati ne sono testimonianza. Conferma di come il destino dell'Italia sia legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino». Fondamentale è il sostegno all'export, perché «la domanda di Italia si fa più forte nel mondo. Per questo non abbiamo paura della competizione con nuovi produttori e con Paesi emergenti».
Nella giornata inaugurale, come ogni anno a Vinitaly si è svolta la cerimonia di consegna del Premio "Benemeriti della vitivinicoltura italiana". Già Premio Giangrande, quest'anno il riconoscimento è stato intitolato ad Angelo Betti, ideatore di Vinitaly negli anni '60. Dal 1973 viene assegnato a coloro che, su indicazioni degli assessorati regionali all'agricoltura, con la loro attività imprenditoriale hanno dato un contributo importante alla produzione viticola ed enologica della propria regione o del proprio Paese.
Vinitaly 2016 celebra cinquant'anni di storia della vitivinicoltura del nostro Paese, a partire dalle prime Giornate del vino italiano in Gran Guardia del 1967. Fiera internazionale dal 1978, nel corso di questi decenni ha seguito e raccontato la vasta e dinamica realtà dei produttori del vino in Italia, registrando i cambiamenti del mercato e le tendenze, con un'attenzione continua a quanto si muove all'estero. Nel 2010 Giorgio Napolitano è stato il primo presidente nella storia della fiera a visitare ufficialmente la manifestazione.
Al Salone, in programma fino al 13 aprile, sono arrivati operatori del comparto vinicolo da oltre 140 Paesi. Una manifestazione da record, con più di 4.100 espositori. Sempre più significativa la presenza straniera nel padiglione Vininternational: quest'anno protagonista è la Spagna che torna con una collettiva di 18 cantine. Si confermano Paesi come Francia, Australia, Portogallo, Argentina. E per la prima volta fa il suo ingresso a Vinitaly la Cina.
Il settore vitivinicolo si conferma un fiore all'occhiello del made in Italy, traino fondamentale dell'economia del nostro Paese. Il 2015 è stato un anno da record per l'export del vino italiano, con 5,39 miliardi di euro (un aumento del 5,4% rispetto al 2014). I dati dell'Osservatorio del vino, promosso dall'Unione italiana vini sotto l'egida del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, fotografano una realtà nazionale fatta di 310mila aziende vitivinicole, pari al 21% del totale delle imprese agricole, e di un milione e 250mila occupati, addetti in tutta la filiera. A livello internazionale, l'Italia, con quasi 49 milioni di ettolitri, nel 2015 è tornata ad essere il primo produttore mondiale, seguita da Francia e Spagna.
(Foto Ennevi_Veronafiere: qui sopra il presidente Mattarella con i "Benemeriti della vitivinicoltura italiana" 2016 premiati nella giornata inaugurale di Vinitaly. Nella copertina: una panoramica della manifestazione)